//SOCRATE : COLUI CHE PARLAVA AI GIOVANI

SOCRATE : COLUI CHE PARLAVA AI GIOVANI

di | 2019-01-21T17:51:46+01:00 21-1-2019 17:38|Alboscuole|0 Commenti
     di Laura Scarpato (3^D) La città di Atene era appena uscita dalla sconfitta nella guerra del Peloponneso (431 a.C – 404 a.C) e dalla breve ma sanguinosa dittatura dei Trenta tiranni e, anche se il regime democratico era stato ristabilito, la crisi politica ateniese restava profonda.  In questo contesto si collocano il processo e la condanna al filosofo Socrate. Anito, Meleto e Licone, esponenti del partito democratico, accusarono Socrate di corruzione dei giovani e di empietà per avere introdotto nella città nuovi dèi. Il filosofo rifiutò di riconoscersi colpevole, cosa che probabilmente gli avrebbe salvato la vita. Il tribunale popolare, l’eliea, lo condannò a morte e Socrate morì bevendo una tazza di letale cicuta.  Il filosofo venne condannato perché “scomodo” per il potere. In apparenza non faceva nulla di pericoloso: si limitava a dialogare con chiunque lo volesse, dai più grandi sofisti ai semplici cittadini, soprattutto giovani, che lo seguivano con grande entusiasmo. La sua vera professione, egli diceva, era la maieutica, vale a dire la tecnica di far nascere i bambini, il mestiere delle levatrici: come queste ultime facevano partorire i corpi, così egli faceva partorire le menti, rivelando verità semplici e ignote. Il suo metodo si basava sulla parola e sul dialogo e aveva come unico scopo quello di far comprendere che gli uomini credono di conoscere la verità, ma in realtà hanno solo un’opinione e che bisogna sempre essere pronti a mettere in discussione, se si vuole davvero la verità. Occorre avere l’umiltà e la consapevolezza della propria ignoranza. Di conseguenza non si deve accettare nulla per il solo fatto che viene dall’alto, da chi siamo abituati a considerare autorevole. Si capisce perché un atteggiamento come questo potesse risultare pericoloso nel contesto nel quale si trovava: l’incompetenza dei governanti, la confusione del regime assembleare, la decadenza della democrazia ateniese, sempre più preda della corruzione e della lotta tra fazioni; Socrate fu ritenuto, dunque, un pericolo da eliminare.  Il significato della sua figura va però al di là delle circostanze storiche: Socrate è il simbolo di un pensiero che rifiuta di accettare passivamente l’esistente e che non è mai disposto a rinunciare alla critica, dunque alla libertà.