La notizia è arrivata inattesa ed ha avuto un impatto emotivo notevole a livello “social”: lo scorso luglio, un campione dello sport, un grande ex calciatore e attuale allenatore del Bologna, Siniša Mihajlović ha annunciato di avere la leucemia.
Dal punto di vista di noi ragazzi appassionati di questo sport, la dichiarazione del mister ci ha sconvolti. Molte volte pensiamo che queste icone sportive siano “invincibili” e siano immuni da malattie del genere. In particolare, c’è stata una cosa che ci ha colpito molto: egli dichiarava di non essere un eroe ma un uomo come tutti con le sue fragilità. Tutto questo conferma la sua tenacia e determinazione nell’affrontare i problemi dando anche un messaggio forte a chi come lui in quel momento stava nelle sue stesse condizioni.
Il mister, nonostante il suo malore e il dover stare in ospedale per le cure, non ha abbandonato il suo incarico di allenatore del Bologna ed ha seguito i giocatori per tutta la preparazione al campionato dimostrando molta serietà. La sua passione verso il calcio è piaciuto molto ai fan di questo sport. Il campionato del suo Bologna era iniziato e nessuno poteva mai immaginare che alla prima giornata il mister riuscisse ad essere in panchina sostenendo i suoi ragazzi. Dobbiamo ammetterlo: sono state immagini che sono riuscite ad emozionarci e rimanere impresse nel nostro cuore. È un periodo molto caloroso a Bologna, tutti mandano messaggi di affetto e sostegno nei confronti dell’allenatore della squadra emiliana e i suoi giocatori sentono il dovere di renderlo felice con un impegno ancora più tenace. I ragazzi, infatti, dopo aver vinto in rimonta 4-3 contro il Brescia, decidono di fargli una sorpresa e andarlo a trovare in ospedale: sono state immagini fantastiche.
Il nostro pensiero verso il mister è che riesca a completare il prima possibile la sua cura e gli vorremo far sapere che, grazie al suo modo di fare, alle sue dichiarazioni, al suo porsi un obiettivo e al suo tentativo coraggioso di raggiungerlo ad ogni costo, sta contribuendo alla nostra formazione per il futuro e ci rende fieri di amare questo sport che non è semplicemente rincorrere e calciare un pallone ma è anche “scuola di vita”.
LUCIANO GOLIA e PIETRO PAGLIUCA (3^C)