di Giacomo Pugliese-classe IVG
Oggi vorrei parlarvi di una domanda che si sono posti decine di scienziati.
La domanda è: siamo soli nell’universo?
Siamo soli nell’universo? Questa è una delle più affascinanti domande che si sono posti numerosi scienziati e filosofi.
I pianeti che possono ospitare forme di vita si chiamano esopianeti o pianeti riccioli d’oro.
La formazione di esopianeti dipende dalla lontananza dalla loro stella e devono essere piccoli, rocciosi e avere una determinata temperatura che permetta l’acqua liquida e l’ossigeno.
Gli scienziati cercano di scoprire un modo per studiare l’atmosfera del pianeta in questione.
Uno di essi è Exopy, un esopianeta con (forse) acqua liquida e vita.
Si ipotizza di trovare dai microrganismi agli esseri umani nella nostra o altre galassie.
Gli esseri umani, cioè noi, forse sono i primi a poter dare una spiegazione logica alla domanda.
Secondo l’astrofisico Amedeo Balbi degli extraterrestri intelligenti, in questo momento, stanno osservando la Terra e si stanno chiedendo: c’è qualcuno là fuori?
Ricordiamo che già l’astronomo Schiaparelli ha ipotizzato l’esistenza dei marziani, ma non era vero, come riportato da svariate sonde spaziali.
Poi, nel 1974, è nata ufficialmente l’agenzia SETI, “Search for Extraterrestrial Intelligence”, in italiano “Ricerca di Intelligenza Extraterrestre”, che ha inviato un messaggio radio nell’universo, con disegni che indicano la nostra galassia, il pianeta Terra e il genere umano illustrato e spera che gli alieni gli rispondano.
Un po’ di tempo dopo, l’astrofisico Leon Spechimald ha ipotizzato una civiltà aliena di 15 minuti davanti a noi, certo, “non dovrebbero scapicollarsi per arrivare agli appuntamenti” (farina del sacco di Woody Allen), ma avrebbero un enorme vantaggio su di noi.
Ora, siamo giunti alla fine e ci rimane ancora la stessa domanda: siamo soli nell’universo? Noi non lo sappiamo, ma forse avremo un compagno verde con noi!
