di Abbruzzese Desirèe
Mi piace molto leggere perché, oltre ad arricchire il mio vocabolario, mi fa immaginare posti nuovi che non esistono. Ho più di trenta libri a casa mia, che fanno parte della collezione “la biblioteca dei ragazzi”. I generi che mi piacciono di più sono quello giallo, che narra di crimini, e il rosa, che racconta vicende d’amore. Le statistiche nazionali parlano chiaro: il livello di persone che leggono è davvero troppo basso. Credo che ciò stia accadendo per via della tecnologia: quello schermo che ci illumina, a parte che ci fa ammalare di protagonismo ed ogni cosa che facciamo la vogliamo far sapere a tutti per esibirci, ma ci attrae così tanto che ci spezza la fantasia. Stiamo andando verso una discesa di burro, che porta ad un buco nero, e quel buco nero è l’ignoranza. Ci stiamo spingendo oltre e quello strumento che doveva essere qualcosa di “costruttivo”, da usare consapevolmente, sta diventando una psicosi, specie per i giovani; i ragazzi, invece di uscire di sera e fare le cinque del mattino per vedere in compagnia i colori dell’alba, preferiscono fare le cinque del mattino chattando. Mi sto accorgendo che non conosco il mondo: un mese fa sono andata nella chiesa di S. Lorenzo a S. Gregorio Armeno e per la prima volta mi sono accorta della vera bellezza. Appena entrati ho sentito come la fatica dei lavoratori sulle spalle, una storia lunga centinaia di anni e fatta per un motivo ben preciso. Usciti dissi al mio Professore che tante volte ero entrata in chiesa, ma non mi ero mai accorta di quello che la chiesa era davvero. Spero che questa freccia che si dirige verso il basso si ricurvi per andare verso la luce del bello e che le persone tornino ad accendere le stesse passioni di prima, ma con più cuore.