di Patrizia Sereno
Se chi muore viene ricordato, non sarà morto invano. Se lo sono ripetuti a più riprese ed in diverse formule i ragazzi dell’IC “don Enrico Smaldone” di Angri che, per tutta la scorsa settimana – su sollecito della Dirigente Scolastica – si sono fermati a riflettere sulla Giornata della Memoria
Il 27 gennaio è ricorrenza internazionale: il mondo ricorda l’anniversario dell’ingresso delle truppe sovietiche nel campo di concentramento di Auschwitz e le vittime dell’Olocausto. Sei milioni di ebrei, oltre a rom, omosessuali, oppositori politici.
Anche l’IC Smaldone si è mobilitato per ricordare l’Olocausto, correlandolo le vicende di allora a quelle contemporanee – esseri umani lasciati morire in mare, uomini e donne fermati con la costruzione di muri umani e materiali … – che allarmano i cuori, visto che rischiano di vanificare l’insegnamento che quella terribile pagina di storia avrebbe dovuto impartire a tutti ed a ciascuno
Ad Angri gli studenti dell’IC Smaldone hanno voluto dare seguito alla lectio di Eduardo Scotti che aveva (una strategia che porta in giro da quasi 30 anni) mostrato loro con un gioco semplice semplice che cosa sia la discriminazione e quanto diventi esplosivo e devastante il “lasciar correre”, il “girarsi dall’altra parte”: i bravi da una parte, i meno bravi in fondo all’aula… Avanti chi primeggia in attività fisica, in fondo chi arranca…Prime file per i biondi con gli occhi azzurri, ai margini quelli piccoletti e scuri.
La Shoah, il genocidio degli ebrei, è un ricordo vivo nella mente dei superstiti e dei loro familiari. E come tale va conservato, sensibilizzando al tema le giovani generazioni. I ragazzi lo hanno fatto nelle classi del nostro Istituto Comprensivo che già nel nome che porta ha ben chiara la propria mission umana oltre che sociale e culturale. Ma lo hanno fatto anche a casa, coinvolgendo la famiglia, per esempio con la visione partecipata di docufilm (I figli del destino) o di pellicole dedicate all’ orrore perpetrato dai nazifascisti
Con film, letture, scambio di idee sono stati presi per mano i nostri alunni, i nostri studenti, con l’ambizione di poter contribuire a farne davvero dei cittadini attivi: esseri umani dotati di capacità critiche, in possesso di tutti gli strumenti per rendere il mondo migliore.
E’ così che abbiamo raccolto il grido d’aiuto lanciato dalla senatrice a vita, la sopravvissuta Liliana Segre,.
<<Sono estremamente pessimista – aveva detto nei giorni scorsi – e penso che tra qualche anno, dopo la morte dell’ultimo di noi, la storia della Shoah tra negazionismi e oblii, non ci sarà più: sarà prima ridotta ad un capitolo, poi una riga nei libri di storia e poi non ci sarà più>>. Noi vogliamo invertire la rotta. Iniziamo qui ad Angri. Ripartiamo da una storia “di morte ma anche di vita, di male ma anche di bene, di odio ma anche di amore” la sua. Aiutiamo lei, Liliana Segre, un simbolo, ad adempiere ad un dovere morale che è di tutti noi. <<I sopravvissuti come me – ha spiegato la senatrice Segre – e io sono una delle pochissime ancora in vita, hanno un debito verso i 6 milioni che sono stati uccisi non perché hanno fatto qualcosa, ma per la colpa di essere nati>>.
Se chi muore viene ricordato, non sarà morto invano.