«Questi bambini lavorano in condizioni estreme, alcuni di loro più di dodici ore al giorno,
senza alcuna protezione e percependo salari da fame» – denuncia Amnesty International.
Sono 40.000 i bambini e le bambine minorenni impegnati nelle miniere del sud della
Repubblica Democratica del Congo. Molti di loro sono sfruttati nelle miniere di cobalto,
prezioso minerale usato per la produzione di batterie ricaricabili di cellulari, computer e
altro.
I bambini minatori, anche di sette anni, lavorano più di dodici ore al giorno senza
indumenti protettivi e di conseguenza aumentano i rischi di problemi alla salute.
Trasportano carichi ultra pesanti e farticano al caldo intenso per uno o due dollari al giorno
senza maschere o guanti. Scavano nelle miniere a mani nude e sono costretti a
trasportare sacchi anche di 20 e 40 chilogrammi che possono avere effetti devastanti sulle
articolazioni e sulle ossa. Oltre che in miniera, il lavoro si svolge anche a cielo aperto
indipendentemente dalla pioggia e dalle tempoerature elevate. I bambini vengono picchiati
dalle guardie non autorizzate quando tentano di "fuggire" dalla miniera.
Molti di questi bambini , inoltre, hanno dovuto abbandonare la scuola perchè i loro genitori
non hanno un impiego formale e non possono permettersi di pagare le tasse scolastiche; i
pochi tra loro che vanno a scuola lavorano dopo l'orario delle lezioni, durante il fine
settimana oppure durante le festività.
I gruppi per i diritti umani chiedono al Governo della Repubblica Democratica del Congo di
fermare questa atrocità e di mettere in atto tutte le misure necessarie per tutelare la salute
dei bambini, i loro bisogni fisici, educativi, economici e psicologici.
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