Sei un illuminista italiano che vive durante il periodo napoleonico. Ti viene chiesto di scrivere la tua opinione sull’operato di questo grande uomo. Tieni conto sia di quello che ci si aspettava da lui che di ciò che ha fatto realmente. Esponi quanto richiesto in una lettera indirizzata ad un amico che risiede in un’altra parte dell’Italia.
Repubblica Partenopea, 23 maggio 1809
Caro Luigi, solo ora posso scriverti per raccontarti le vicende dolorose che abbiamo vissuto negli ultimi anni e che voi, nel ducato di Parma e Piacenza, per fortuna, non avete dovuto vivere. Pensa che Napoleone mi era sembrato un “liberatore”, con tutte le sue promesse di libertà e di uguaglianza, cioè i valori della rivoluzione francese. Tutti noi, che crediamo nella forza della ragione che “illumina” e muove le azioni dell’uomo, avevamo visto in lui un vero e proprio paladino delle popolazioni italiane! Ma niente è stato come annunciato! Come era accaduto più a nord con la repubblica Ligure, Cisalpina e Romana, ha occupato la nostra che era del regno di Napoli, creando così la repubblica Partenopea. La cosa più sconvolgente è che ci ha affidato nelle mani dei suoi famigliari! La popolazione era tutta dalla sua parte all’inizio, ma ben presto il malcontento è cresciuto a dismisura! C’ erano giunte voci del “tradimento” di Napoleone che, dopo aver invaso la neutrale repubblica di Venezia nel maggio del 1797, segnando così la fine dello stato repubblicano più antico d’ Italia e d’ Europa, indipendente e autonoma da oltre un millennio, non esitò a consegnarla, come merce di scambio a un regno assolutistico come l’Austria, nonostante i proclami sull’uguaglianza e la ragione. Da noi, con nostra grande delusione l’esercito di occupazione presidiava il territorio, riscuoteva forti tasse e nominava governi fantocci perché seguissero le sue disposizioni. C’ erano leggi e sistema di governo francesi. Le tante promesse di libertà sbandierate sono state attuate solo in parte, cioè con l’abolizione dei titoli nobiliari e dei privilegi del clero. Ma tutto ciò non ha portato a un reale miglioramento delle condizioni di vita delle classi povere, che si sono viste anche private delle antiche tradizioni e dei riti religiosi. C’ è stato, come in altre repubbliche, anche da noi una sommossa per cacciare i Francesi, guidata pensa dal cardinale Ruffo! Briganti e contadini hanno attaccato ferocemente coloro che avevano cancellato i valori della fede: una vera e propria armata della santa fede (Sanfedisti) favorendo così il ritorno del governo di Ferdinando IV a Napoli. Molto odiato era anche l’obbligo del servizio militare. La classe liberale aveva apprezzato l’abolizione dei diritti feudali, ma avrebbe voluto una maggiore libertà di stampa e di associazione.Ora ti saluto e ti lascio con l’augurio che le nostre comuni idee possano un giorno trionfare e che le nostre terre possano conoscere un futuro migliore.
Il tuo amico fedele Ferdinando