Giuseppe Urgo – Andrea è un ragazzo giovanissimo con un grande sogno: quello di partecipare alle olimpiadi di Tokyo. Dietro tutto ciò ci sono diversi anni di duro allenamento fatto in palestra, non tralasciando, però, l’impegno scolastico in vista del suo esame di maturità. La sua specialità è quella del salto in lungo e giorno dopo giorno riesce sempre a fare dei buoni risultati. Ignaro di quanto gli potesse accadere, decide di iscriversi ed esserci quel giorno.
Una mattina mentre si recava in palestra per l’ allenamento, pioveva forte, lui stava a piedi, neanche la pioggia lo fermava. All’improvviso un pirata della strada non si fermò al semaforo e lo investì in pieno. Andrea rimase sull’asfalto umido prima che arrivassero i soccorsi che lo trasportarono in ospedale.
Al suo risveglio la diagnosi fu devastante: paralisi degli arti inferiori.
Lo sconforto fu totale.
In quel preciso momento capì che non avrebbe più potuto camminare e che il sogno delle Olimpiadi era svanito.
Seguirono mesi di riabilitazione durante i quali Andrea conobbe un ragazzo nato con una malformazione e che non aveva mai camminato. A quel punto lui si ritenne già fortunato.
I due diventarono amici nel trascorrere tanto tempo insieme.
Piano piano iniziò ad allenarsi in piscina anche se non aveva mai amato l ‘acqua e capì che era dall’acqua che sarebbe partita la sua rinascita.
Voleva esserci alle paraolimpiadi a tutti i costi, anche se le aveva immaginate in modo diverso.
Non era più importante andare alle olimpiadi per vincere , ma era importante andarci per dimostrare al mondo intero come con la forza d’animo e la voglia di ricominciare, la disabilità non diventa un ostacolo, ma un’opportunità di crescita e di rinascita.
La sua storia ci insegna a non arrenderci mai difronte alle difficolta della vita. Andrea ci dimostra che anche con la disabilità si possono realizzare i propri sogni, se si crede in essi.
Ne ha avuto conferma rientrando in Italia con una bella medaglia d’oro.