Di Simone Marzano – classe III sez. L
Il 28 luglio 1914 segnò l’inizio del primo conflitto mondiale che vide coinvolti nazioni e territori coloniali di tutti i continenti. Ma i veri protagonisti furono i soldati che lasciavano casa e famiglia per difendere la patria, anche se sapevano che c’era un’alta probabilità di non farvi ritorno.
La prima guerra mondiale fu una guerra di posizione dove l’attacco non era molto efficace, anche per via delle trincee. Le trincee erano la tattica più utilizzata. Erano dei fossati lunghi chilometri che avevano lo scopo di creare un riparo per i soldati, da dove avrebbero potuto anche sparare. In questi stretti cunicoli, erano costretti a vivere patendo il freddo, la pioggia, la neve e il fango. Inoltre quel poco cibo che avevano, era spesso avariato e l’acqua era sporca, calda e inbevibile. Ma l’aspetto più raccapricciante non era, come potremmo pensare, quello di vivere nella sporcizia con i topi, bensì la convivenza con i cadaveri dei compagni. A tutto ciò si deve aggiungere l’ansia che provavano prima degli assalti.
La loro salute mentale era perennemente messa alla prova, motivo per cui milioni di soldati presero in mano carta e penna ed iniziarono la corrispondenza con i loro familiari. Scrivere per loro era una questione di vita o di morte perchè questo li aiutava ad allontanare i pensieri dagli orrori della guerra, distoglieva la mente e faceva credere loro, di essere ancora a casa con i propri cari. Spesso si preoccupavano del raccolto, dei prezzi del fieno e dell’uva, come se questi problemi fossero più importanti di ciò che loro vivevano quotidianamente. Dunque, per forza di cose, milioni di uomini si avvicinarono alla scrittura. Infatti alcuni di questi erano analfabeti, altri scarsamente alfabetizzati. Le testimonianze di queste lettere che sono giunte a noi, evidenziano la loro imperfezione, ma colpiscono il cuore perché sembrano scritte da dei bambini. Non solo perché sono scritte in maniera molto semplice, ma anche perché esprimono pensieri teneri. Questi “Omoni”abituati alla crudeltà delle armi, si mostrano in tutta la loro fragilità e cercano il conforto proprio come i bambini. La guerra ha cambiato e sempre cambierà profondamente gli animi delle persone coinvolte.