//Scrivere per conoscere chi siamo – G. Lauretano

Scrivere per conoscere chi siamo – G. Lauretano

di | 2022-11-22T18:23:48+01:00 22-11-2022 18:23|Alboscuole|0 Commenti
di Maria Grazia Aulicino – 4^C –
Il 5 novembre si è tenuto a Sessa Aurunca un incontro con il poeta Gianfranco Lauretano dal titolo: “ Leggere e scrivere, dare un senso al mondo”.
Nel Salone dei quadri del Comune della città, il sindaco Lorenzo Di Iorio ha accolto calorosamente il pubblico e gli ospiti, dicendo che il bene del nostro territorio è una priorità e che il futuro dei ragazzi gli sta a cuore.
 La professoressa Maria Sasso è stata la moderatrice e l’organizzatrice del convegno.
Il preside Giovanni Battista Abbate ha incoraggiato i ragazzi ad essere curiosi ed ha ribadito a tutti l’importanza delle materie umanistiche, che oggigiorno sono sottovalutate poiché ci si focalizza solo sul progresso tecnologico; ovviamente il suo discorso non ha voluto dare più importanza a delle materie piuttosto che ad altre. I vari interventi sono stati allietati dalle canzoni del grande musicista Gianni Aversano.
Il tema dell’incontro riguardava la lettura e la scrittura; utilizzando quest’ultima, possiamo conoscere bene noi stessi e capire meglio i nostri sentimenti.
Le liriche del poeta Lauretano sono state lette da alcuni alunni dell’Istituto Agostino Nifo, poichè lo scrittore pensa che, ascoltando ciò che si scrive, se ne comprende meglio il significato. Allo stesso tempo, l’incontro con l’autore permette di confrontarsi e di crescere. Il professore, prima della lettura, ha parlato delle sue origini e del rapporto con la tecnologia. Sua madre era romagnola ed il padre era sessano, nello specifico era originario di Corbara.
 I suoi genitori si erano conosciuti in Svizzera, si sono poi sposati e hanno dato alla luce l’ospite d’onore del convegno. Lauretano si è confidato, dicendo che, dopo la morte del padre, ritorna a Sessa per ricordare le sue origini, anche se è quasi solo poiché, dei pochi parenti che aveva, ora ne ha solo uno, il cugino Camillo, che abita a Corbara.
Cesena è la città in cui risiede il professor Gianfranco Lauretano, ma da un po’ di tempo egli sta percorrendo un viaggio meridiano nelle regioni del sud dell’Italia, incontrando i poeti e non solo, per scrivere un libro che tratterà del suo viaggio; al convegno è stata letta la parte finale di tale scritto, che narra di una serata trascorsa a Sessa Aurunca, in cui il poeta ammira la città dalle scale del Castello Ducale, guardando il tramonto e le persone che conversano al bar.
Riguardo all’uso spropositato ed eccessivo che facciamo della tecnologia, il poeta ha osservato che oggi riflettiamo e pensiamo meno, poiché siamo abituati a fare le cose molto velocemente e con superficialità; a sostegno del suo pensiero, ha esposto i risultati di alcune ricerche che affermano che gli uomini tra mille anni avranno un cervello meno sviluppato e saranno curvi.
Tra le poesie lette c’erano anche Fiore amore, Le orme, Mia figlia riceve i fiori e Occorreva che nascessi. Tema de Le orme è l’emigrazione del padre del poeta; la nonna Giovanna era in lacrime per la partenza del figlio Carmine, il quale, la sera prima di partire, era ancora intento a lavorare i campi, lasciando sull’arativo le sue impronte, che sua madre, addolorata, per consolarsi, ha ripercorso per giorni e giorni, con gli occhi colmi di lacrime. Da qui deriva il titolo dell’opera.
Il nome Gianfranco è la combinazione dei nomi dei nonni paterni del poeta, Giovanna e Francesco. Nella poesia Occorreva che nascessi, l’autore ha narrato l’esperienza del diventare padre, descrivendo la nascita della figlia e soffermandosi sull’attesa, la commozione e le forti emozioni che tale evento ha suscitato in lui. In pochi versi è stato capace di raccontare con autenticità un momento importante del proprio vissuto.
Il convegno si è concluso con una canzone. L’ umiltà, la profonda sincerità ed il tono colloquiale del poeta Lauretano hanno colpito tutto il pubblico positivamente, tanto che è stato attento, rispettoso e silenzioso. Quando parla un vero autore, cala il silenzio. Questa esperienza è stata utile per conoscere la vera cultura e rivalutare la scrittura come strumento per conoscere chi siamo.