//Sci di fondo per la 2D e la 2E_Davide 2E

Sci di fondo per la 2D e la 2E_Davide 2E

di | 2019-02-26T15:31:00+01:00 26-2-2019 15:29|Alboscuole|0 Commenti
Il 14 febbraio, oltre che la classica giornata degli innamorati, per le classi 2E e 2D di Gazzo Padovano si prospettava una bella esperienza sugli sci al centro di Fontanella certificato “Scuola Italiana Sci  di Fondo”. Aria frizzante, giornata ideale e calda al punto giusto, la professoressa di ginnastica Maria Grazia Ballardin non poteva sceglierne una di migliore. Quest’ultima, assieme alla prof. di Inglese Marzia Digito e quella di Matematica e Scienze Dora Lerose ha accompagnato la scolaresca. Con l’abbigliamento adatto ovvero pantaloni pesanti, causa di imbarazzo per qualche ragazza, felpa pesante e scarponcini, l’autobus parte dopo un breve appello alle ore 8 in punto. L’allegria e (l’euforia) sono al massimo, tanto che gli avvisi della prof. Ballardin si sentono a malapena. I primi spiazzi di neve vengono accolti da un fragoroso applauso alle ore 9 e si arriva alle ore 9.30 . Al primo impatto con la neve le classi sono o, perlomeno sembrano, dilaganti di felicità e sono rigorosamente attente a non far cadere la prof. Lerose, messe in allarme dalla minaccia di bocciatura! Siamo accolti da Sonia, l’istruttrice di Sci di Fondo; dopo una veloce merenda abbiamo indossato le scarpe da sci di fondo, sci e bacchette da neve. Una breve preparazione riguardante la posizione adatta per non cadere e si percorre un piccolo tratto di strada “condito” da  capitomboli e addirittura qualche ruzzolone, che fa molto innervosire Sonia. Ci siamo fermati in un luogo dove il sole emanava molto calore e per questo ci siamo tolti i giubbotti e ascoltato la spiegazione su come muoverci orizzontalmente; dopodiché ci siamo divisi in due gruppi: chi faceva una discesa sul binario e chi un percorso ad anello con piccole discese senza binario. Io sono andato a fare il percorso e dopo un giro di prova, con il triste infortunio (non grave!) di un nostro compagno, abbiamo iniziato ad allenarci. Ecco il percorso di un ragazzo della nostra età, ai ferri con questa attività, che è spesso incurante di ciò che fa: scendi da una collinetta, ma ti fai prendere dall’ebbrezza della velocità e, specie se sei Ibra, ti distendi sulla neve incurante che gli altri inciampino e cadano su di te. Ripreso il percorso, non riesci ad acquistare velocità, provi a spingerti con le racchette, ma cadi di nuovo e quando ti rialzi perdi l’equilibrio e rovini a terra. Ti spingi con i piedi e quando cerchi di mostrare a un compagno le tue abilità, perdi il controllo e scivoli. Nervoso, percorri la curva e con la massima scrupolosità non cadi; ma quando vedi i tuoi compagni che prima erano a un passo da te dirigersi verso la fine del percorso, uno solo è il tuo pensiero: quello di tagliare giusto un centinaio di metri per riacquistare strada. In quel breve tragitto inciampi e la legge di Newton è crudele, sei arrabbiato con quegli arnesi che vorresti togliere e scagliare il più lontano possibile da te e l’unica consolazione è quella di mangiare un po’ di neve. Nell’ultimo tratto di strada la meta è vicina ma tu per concludere in bellezza…inciampi e cadi!!!! Abbiamo sciato fino alle 12,45, quando i brontolii dei nostri pancini iniziarono a farsi sentire, quindi abbiamo addentato i nostri panini, patatine, cioccolato,… dopo questo breve ristoro ci siamo divertiti a simulare le nostre cadute nella neve fresca e ci siamo messi in posa per una bella foto di classe assieme alle prof. Nel pomeriggio chi faceva prima discesa ora fa il percorso e di conseguenza chi faceva percorso ora fa discesa, a parte due compagni che non se la sentivano (alcune voci parlavano di rischio caduta nel fianco della montagna per colpa di un pauroso burrone). La discesa consisteva nel salire (faticosamente) fino ad un punto piuttosto elevato della montagna. In quel tragitto in salita, devo ammetterlo, non riuscivo a spingermi molto bene e ciò non fece che alimentare il mio record personale di cadute (ben 84). Dopo la salita ci si mette in fila, pieni di (ehm) emozione e via giù con le tecniche appena apprese da Sonia. Dopodiché ci siamo ritrovati tutti a fare il percorso e a lanciare palle di neve, fortunatamente senza infortuni! Passato del tempo, per questioni di cavalleria, le ragazze sono andate a cambiarsi per prime, lasciando i maschi a “divertirsi” con il percorso; in quel momento ci siamo lasciati un po’ andare: chi continuava a cadere con gesti esibizionistici, chi , più originale, lanciava uno sci nel laghetto ghiacciato… Quando ci siamo cambiati tutti, eravamo pronti a partire, chi con una lattina di tè, chi con una caramella, ma c’era un inconveniente: Sonia aveva trovato un doposci nello spogliatoio, e fino a quando il misterioso sbadato non si sarebbe rivelato, l’autobus non sarebbe partito…