di Stefania Tranchina – Roberta, sei stata un’alunna del Liceo Pedagogico di Trapani ed oggi lavori alla Polizia Penitenziaria. Cosa ti ha spinto a fare questa scelta?
Sì, sono una poliziotta penitenziaria e da un anno svolgo questo lavoro che comporta impegno e coraggio, un lavoro che, guardando al passato non avrei mai
pensato di intraprendere, ma, alle volte, la vita ti stravolge i programmi e ti pone davanti a strade nuove .
Fin da piccola ho sempre immaginato una vita diversa, in un mondo dove ogni giorno sei sottoposto al giudizio delle persone, persone che operano in un settore, dove a ben pochi importa CHI sei, ma COME sei. Questo è il mondo dello spettacolo, un mondo che sognavo fin dall’età di 16 anni, età in cui ho iniziato a cavalcare passerelle, partecipando anche a vari concorsi di bellezza, dai meno importanti ai più importanti, come ad esempio, Miss Italia . Via via con il tempo, ho iniziato ad allargare anche i miei orizzonti, ho realizzato shooting pubblicitari, qualche presenza in un programma televisivo, ho preso anche parte in un film e molto altro, ma da che mondo e mondo, non tutto dura per sempre, e, al contrario di quello che la gente pensa, non è un mondo facile e, come nel calcio, così nello spettacolo, sono poche le persone che arrivano ai piani alti, quindi, con il tempo, ho maturato l’idea di guardare altrove.
Dapprima ho deciso di arruolarmi in Marina, un lavoro che mi dava poche soddisfazioni e che forse non mi apparteneva. Una vita passata in mare non è facile, continuamente lontana dalla famiglia e dagli affetti, sentirli poco e vederli pochissimo, no, non era per me …
Alla fine mi sono ritrovata a intraprendere un’ altra strada ancora, ad indossare ancora un’altra divisa e ad abbandonare nuovamente i tacchi, così, ho maturato l’idea di entrare a far parte del corpo della polizia penitenziaria, ho fatto il concorso, l’ho vinto, ho frequentato un corso di formazione per 7 mesi e adesso sono un’agente a tutti gli effetti.
Ma cosa fa un agente di Polizia Penitenziaria ?
Sai.. la Polizia ha un ruolo fondamentale all’interno dell’ambito penitenziario. Abbiamo delle leggi che regolano i nostri compiti istituzionali e che definiscono i nostri ruoli, primo fra tutti quello di garantire ordine e sicurezza all’interno degli istituti penitenziari. A noi vengono anche richieste tante capacità, come quella d’osservazione, capacità empatiche, capacità di interazione e comunicazione e molto altro ancora, tutto al fine di adempiere a quei compiti che regolano il nostro operato.
Molte persone pensano che sia un lavoro difficile, antipatico , brutto; tu come lo
affronti ?
Vedi la tua è una domanda su cui potremmo aprire un dibattito, ma voglio limitarmi nel dirti che purtroppo molte persone, anzi forse la maggior parte, non dà il giusto valore alla nostra divisa, pensandoci ancora la considera una forza di polizia ‘’ secondaria ‘’, è come se vivessimo un po’ nell’’ombra e, purtroppo, giornalmente, facciamo i conti con l’opinione pubblica che ancora oggi si ostina a chiamarci e definirci guardie carcerarie o “secondini”.
E’ un lavoro complicato, è vero, pieno anche di responsabilità e difficile. Difficile perché siamo sempre in prima linea, a stretto contatto con persone private della libertà personale, siamo li in prima linea affinché queste capiscano anche il valore della pena e, quindi, il valore della rieducazione. Un lavoro complicato perché mettiamo in campo varie .competenze e capacità cui ho fatto cenno prima, al fine di rilevare e captare cosa avviene nella loro mente, le relazioni che si instaurano, le emozioni che provano e anche i loro repentini cambi d’umore …Un lavoro pieno di responsabilità perché, come già detto prima, il nostro principale compito è appunto proprio quello di assicurare la sicurezza, e oltre a quella, a noi è affidata anche la custodia delle persone detenute e di conseguenza
con il termine custodia intendo dire che siamo sempre lì, a fronteggiare, soprattutto nelle notti, i numerosi tentativi di suicidio e tutti gli altri eventi critici che possano verificarsi giornalmente.
Come lo affronto? Con tanta attenzione e tanta voglia di svolgere al meglio il mio lavoro ogni giorno e soprattutto con la consapevolezza di crederci e di credere nella mia amministrazione.
Se potessi tornare indietro sceglieresti ancora questo lavoro ?
Si, lo sceglierei ancora perché è un lavoro che, nonostante ti impegni molto sia dal punto di vista fisico, ma soprattutto mentale, è un lavoro che ti dà tante soddisfazioni ..
La passione per tutto quello in cui ho creduto per anni, come la moda, lo spettacolo, continuerò a coltivarla, ma solo per hobby.
Consigli ?
Più che un consiglio, oggi mi sento di rivolgere ai ragazzi che presto si immetteranno nel mondo del lavoro, un grosso augurio, affinché possano realmente intraprendere un lavoro che li faccia sentire appagati .. e posso ancora dire di non fermarsi mai, e non accontentarsi mai nella vita…
“Trovate e fate il lavoro che vi piace, nonostante questo vi costerà provarne uno, due, tre … e cambiarne altrettanti …cosicché la mattina, non appena mettete i piedi a terra, siate fieri di quello che siete e di quello che fate !”