di Carlo La Vecchia 4^D-
Sapere aude. È questa una locuzione latina che Immanuel Kant, grande filosofo tedesco del XVIII secolo, utilizzò per descrivere che cosa fosse l’Illuminismo. Le parole, che si ritrovano per la prima volta nelle Epistole( I,2, 40) del poeta latino Orazio, possono essere tradotte con “osa essere saggio” o “abbi il coraggio di conoscere”e possono essere considerate la sintesi e il motto dell’Illuminismo. Con esse Kant incita a pensare con la propria testa, a usare la ragione per essere liberi e indipendenti .
Dopo secoli di ombre, gli intellettuali iniziarono finalmente a cercare le risposte nella ragione e a non a ribadire ciò che era stato imposto dai potenti. Secondo Kant, molti uomini, per pigrizia o paura di assumersi le proprie responsabilità, accettano di restare eternamente “minorenni”, ovvero sotto la tutela di altri, in un’autonomia soltanto apparente.
Se ogni cosa viene accettata perché imposta, senza che ci si domandi la sua legittimità, allora si è come dei soldati che obbediscono agli ordini, privi di una propria individualità. La crescita dell’individuo e della società, secondo Kant, non può che avvenire agendo di propria iniziativa per cambiare qualcosa, altrimenti tutto resta sotto il controllo di pochi “furbi” che approfittano della negligenza altrui per dettare le verità e le leggi che vogliono.
Quest’affermazione può essere applicata al ‘700, il secolo dei lumi, ma è ancora valida oggi. A tutti piace essere accuditi e pensare che qualcun altro possa risolvere i nostri problemi, ma una fiducia troppo cieca non deve portarci a opprimere il nostro pensiero critico. La libertà è una delle cose più care che ci siano e non dobbiamo permettere che nessuno ce la porti via.