//SANTA LUCIA: Storie e tradizioni nello spazio e nel tempo

SANTA LUCIA: Storie e tradizioni nello spazio e nel tempo

di | 2020-12-25T17:57:54+01:00 25-12-2020 0:19|Alboscuole|0 Commenti
Di Maddalena Della Moretta e Viviana Stefanini   Tutti conoscono la storia di questa santa, anche solo per sentito dire, ma probabilmente nessuno si è mai chiesto da cosa derivi questa tradizione o se si celebra in modi differenti. Iniziamo parlando brevemente della sua vita: Santa Lucia nacque a Siracusa alla fine del 300 d. C. rimase orfana di padre a 5 anni e la madre si ammalò gravemente. Lucia, che era una devota cristiana, trascinò la madre fino a Catania, per pregare Sant’Agata. A Catania Lucia ebbe una visione: Sant’Agata le disse che era bastata la sua fede a guarire la madre e che lei sarebbe diventata santa. Quando si risvegliò, la madre stava bene. Da quel giorno Lucia cominciò a fare del bene per i poveri. Un nobile chiese la sua mano, ma lei lo rifiutò. Egli corse a denunciarla al prefetto di Siracusa: i cristiani venivano perseguitati all’epoca. Lucia però confermò la sua religione e disse che non avrebbe mai rinnegato Dio e per quanto il prefetto tentasse di farle cambiare idea, lei non si arrese. Venne presa la decisione di imprigionarla e torturarla, ma per quanto provassero a spostarla non ci riuscirono, nemmeno facendola trascinare dai buoi. Per questo ella venne additata come una strega e tentarono di bruciarla viva, ma le fiamme non le arrecarono alcun danno. Ci sono molte versioni della storia della santa, la più comune è quella in cui le sono stati cavati gli occhi (da qui la storia della santa protettrice di occhi e oculisti). Malgrado il racconto sia pressoché il medesimo in ogni versione, il modo di celebrare la Santa varia notevolmente di zona in zona. A Siracusa ad esempio Santa Lucia rappresenta il patrono della città e dà vita a grandi festeggiamenti, soprattutto di carattere religioso. Si celebra dal 13 al 20 dicembre. Già la sera del 12 dicembre è tempo di veglia, mentre il 13 hanno inizio le celebrazioni con la Santa Messa e la processione dalla Cattedrale alla Basilica di Santa Lucia al Sepolcro. Nei giorni della festa, a Siracusa si prepara il pane votivo e la cuccìa, un grano cotto con ricotta, miele o vino cotto. A Mantova, Cremona e Brescia la festa di Santa Lucia è molto attesa, in particolare dai più piccini. La storia fa risalire questa tradizione al XVI secolo, quando si pensa sia avvenuto un miracolo il giorno del solstizio, in cui si contava il raccolto. Le terre bresciane erano colte da una carestia, così alcune signore di Cremona mandarono degli asini carichi di sacchi di grano da lasciare anonimamente fuori da ogni casa. Dal momento che avvenne nella notte tra il 12 e il 13 dicembre, si pensò fu opera di Santa Lucia. Da qui quindi deriva la tradizione dei regali e dell’asinello. A Bergamo invece, il culto di Santa Lucia risale a tempo fa, esattamente al 1337, quando iniziarono a costruire la Chiesa di S. Lucia Vecchia. Nella tradizione bergamasca i bambini depongono presso la tomba di Santa Lucia la letterina con le loro richieste. Inoltre, la notte lasciano carote o paglia per l’asinello volante con cui Santa Lucia porta i doni. Ai bimbi disubbidienti, che Santa Lucia trova ancora svegli per cercare di vederla, viene gettata della cenere negli occhi. A Verona si festeggia non solo con dolci e regali, ma anche con il Mercatino di Santa Lucia, che si svolge in città annualmente. La tradizione del culto della santa risale a un episodio del XIII secolo. In città si era diffusa una grave ed incurabile epidemia di mal di occhi che aveva colpito soprattutto i bambini. La gente decise di compiere un pellegrinaggio a piedi scalzi e senza mantello fino alla chiesa di Sant’Agnese, che era dedicata anche a Santa Lucia. I bambini si rifiutavano per il freddo, quindi i genitori, per convincerli, promisero che al loro ritorno avrebbero trovato dei doni da parte della Santa. Dopo il pellegrinaggio, l’epidemia terminò, ma è rimasta l’usanza di portare i bambini in chiesa il 13 dicembre per la benedizione agli occhi.   In Sardegna Santa Lucia prevede festeggiamenti di carattere religioso, dedicati alla santa protettrice degli occhi e degli oculisti. Si festeggia soprattutto nella regione della Mermilla, nel centro-sud dell’isola. Santa Lucia è anche la protettrice di tutta la famiglia; per questo gli abitanti le raccomandano le figlie femmine, affinché trovino un marito serio e onesto.   Santa Lucia è molto celebrata anche in Svezia, anche se in modo diverso rispetto all’Italia: è la festa della luce. Non si sa con esattezza come ci sia arrivata, ma pare che nel Settecento alcune famiglie aristocratiche svedesi abbiano introdotto questa tradizione. Durante la mattina del 13 dicembre, la figlia maggiore doveva diventare per un giorno Santa Lucia e servire la colazione a letto ai propri genitori. Due secoli più tardi, nel 1927, un quotidiano di Stoccolma lanciò il primo concorso tra i propri lettori per votare la Lucia più bella: ogni anno infatti viene incoronata una Lucia in ogni città. Le candidate sono giovani ragazze o bambine (ma potrebbero anche essere ragazzi o bambini). Il solo requisito necessario è il saper cantare, poiché dovranno esibirsi nelle piazze della città e in altri luoghi. Ogni anno il 12 dicembre i bambini preparano dei biscotti. La mattina del 13 la bambina più grande della famiglia si veste come la santa con una camicia bianca, una cintura rossa e una corona di candele in testa. Insieme agli altri bambini più piccoli, vestiti con camicia bianca e cappelli di paglia, iniziano una processione per le strade dei paesi offrendo i biscotti prima ai famigliari e poi agli abitanti del quartiere. La processione è accompagnata dal canto di Luciasången, che riprende il ritmo di “Santa Lucia”, una canzone napoletana, tradotta in lingua svedese. (Consigliamo la visione del video: Light in the darkness | Swedish Lucia Tradition – YouTube)