Cito una fase che secondo il mio pensiero, induce a pensare e a riflettere su con chi veramente tanti di noi, spendono e condividono le loro vite:
Il cane è l’unico mammifero in grado di vivere realmente con noi, non semplicemente accanto a noi
(Eibl_Eibesfeldt)
Il “Progetto Galgo Onlus (P.G.O.)”, nasce a Bergamo per la volontà di alcuni volontari, che hanno preso a cuore la funesta situazione dei Galgo, i levrieri spagnoli.
Innanzitutto, cosa, o meglio, chi sono i Galgo?
Il levriero esiste probabilmente sin dai tempi dell’antico Egitto, nato come cane da inseguimento. I Galgo, che sono una delle tante diramazioni di questa nobile razza, sono di origine spagnola ed atti alla caccia alla lepre e alle gare di corsa nei cinodromi. Sono cani dal corpo esile ed elegante con un muso allungato e sottile. Questo corpo gli permette appunto grande velocità (Fino a 70 km/h!) e agilità. Per queste loro caratteristiche, questi animali vengono chiamati anche “Figli Del Vento”. Nonostante la loro grandezza, sono ottimi cani da appartamento essendo molto tranquilli e pacati, in più i levrieri hanno generalmente un carattere adatto ai bambini.
Qual è la loro situazione?
In spagna i Galgo vengono selezionati alla nascita. I cuccioli più “forti” vengono allevati per la caccia o per la corsa, mentre quelli ritenuti più deboli vengono lasciati morire. Tuttavia, con l’arrivo della vecchiaia e magari la fine delle stagioni di caccia, questi cani vengono affidati alle perreras, i “canili” spagnoli. Ma nonostante siano cani che si attaccano morbosamente al loro padrone, la situazione non è definita tragica per questo, anzi. Le perreras mantengono i cani per poco tempo e in condizioni invivibili, senza luce, né igiene e litigando tra loro per un pezzo di pane secco (C’è un detto locale che dice: “Se a un galgo si dà solo pan duro, se la lepre salta 20, il galgo 21”). La cosa peggiore è che allo scadere di questo tempo, codesti cani vengono eliminati. I cani più fortunati vengono abbandonati lontano con le zampe rotte, o buttati nei pozzi per impedirgli il ritorno. Tutti gli altri vengono uccisi brutalmente, cremati vivi, impiccati nei boschi, trascinati dalle auto, torturati, lasciati morire di fame o a colpi di fucile. Purtroppo, la morte per tortura è un culto per i Galgueros.
L’associazione del P.G.O. si occupa appunto di recuperare questi animali e portarli in Italia, dove per la prima volta avranno una casa e una famiglia amorevole.
Abbiamo l’opportunità di intervistare Stefania Consonni, un membro di questa associazione:
-Come è venuta a conoscenza di questa associazione, e perché ha deciso di farne parte?
Il presidente dell’associazione è il marito della mia migliore amica. La prima volta che ho visto un levriero, è stato quando mi è stata presentata la veterana dell’associazione: Zoe, il cane del presidente, nonché una delle prime arrivate. Dal primo momento mi sono innamorata di questa bellissima razza e della sua causa.
-Che cosa fa l’associazione con questi cani?
Tutti gli anni a fine stagione di caccia, ci sono altre associazioni collaboratrici in Spagna, che recuperano i cani dispersi, li curano, li sfamano, li rieducano e li osservano per capirne il carattere e quindi il padrone ideale. Dall’Italia si cercano attraverso eventi come bancarelle, sfilate, manifestazioni o eventi dell’associazione, possibili adottanti. Una volta trovati si organizza un raduno dove vengono affidati i levrieri ai nuovi proprietari.
-Quanti cani avete recuperato?
Finora abbiamo dato una casa, ormai a quasi 500 levrieri.
-Come avvengono gli spostamenti dei levrieri dalla Spagna all’Italia?
I volontari italiani si organizzano e partono in aereo per arrivare in Spagna, recuperano massimo 10 cani per volta e li riportano in Italia in nave, oppure vengono effettuate delle staffette con dei mezzi di trasporto autorizzati al trasporto animale. Arrivati in Italia, la consegna è immediata e da lì in avanti, i volontari seguiranno la famiglia per l’inserimento e adattamento del nuovo arrivato.
-Ne ha qualche esperienza diretta?
Sì, più di una. È sempre stato molto emozionante partecipare a questi viaggi o anche solo agli eventi stessi creati dall’associazione, perché tutta l’esperienza è molto forte e toccante, perché stare a contatto con animali impauriti, confusi e destabilizzati che si affidano totalmente e comunque un’altra volta a degli estranei, è un’esperienza indimenticabile.
La cosa che spicca di questi animali fin da subito, è proprio che nonostante vengano da una realtà così traumatica, sanno individuare bene chi ha buone o cattive intenzioni e se decidono di fidarsi, sapranno regalare un amore indescrivibile a parole.
-Ha avuto opportunità di adottare un Galgo?
Ovviamente sì, non uno ma due. Una si chiama Bambi, arrivata nel dicembre 2010, e una Siba, arrivata a settembre 2011.
-Vuole esprimere due parole sui Galgo?
I Galgo oltre ad essere una razza bellissima e dall’aspetto aristocratico, sono anche cani giocosi, simpatici, e molto furbi, golosi e ladruncoli. Seppur corridori formidabili noi dell’associazione, oltre che a figli del vento, li abbiamo soprannominati “i fratelli del divano”, per la loro immensa avidità di sonno e coccole. Amano il caldo, ma soprattutto, soffrono a stare da soli. Diventano veri e propri membri attivi della vita familiare. Si prestano caratterialmente, come abbiamo avuto modo di sperimentare, coi bambini, i disabili, e gli anziani, e ne abbiamo avuto grandi riscontri. Sono degli animali dalla grandissima sensibilità ed empatia inimmaginabile.
-La ringrazio per le informazioni fornite.
In Spagna vengono abbattuti 60.000(dati conosciuti) levrieri all’anno. L’associazione P.G.O. in soli 6 anni ne ha salvati circa 500. Può sembrare un numero piccolo in confronto a 60.000, ma il lavoro e l’impegno è tanto e la campagna di sensibilizzazione, fa sì che nascano tante altre associazioni, in modo che questa realtà venga il più possibile conosciuta e fermata. Ai membri dell’associazione piace infatti dire: Piccoli passi…
Carissimi Rebecca 3E