di Domenico Losito, 3E
Gli studi scientifici da parte degli scienziati italiani hanno avuto un grande progresso negli ultimi anni.
Il giorno 20 novembre mi ritrovai a guardare la televisione insieme ai miei amici.
Durante il nostro divertimento, la televisione, che era rimasta accesa, si spense per pochi minuti, per poi riaccendersi con un annuncio che avrebbe stravolto la normalità.
L’annuncio riguardava una nuovissima produzione di macchine del tempo che potevano portare gli esseri umani nel Medioevo, nella preistoria e nel futuro. Ogni cittadino, a causa della sovrappopolazione globale, aveva il diritto di potersi trasferire tramite le nuove macchine in altri mondi, in avanti o indietro nel tempo.
Dopo averci riflettuto insieme ai miei amici, noi decidemmo di andare presso gli istituti per la ricerca scientifica e di registrarci per la partenza alle ore 06.00 del pomeriggio, in direzione dell’anno 2082.
La mia scelta del futuro era stata programmata per la mia curiosità di sapere cosa accadrà nel futuro.
Ormai avevo già studiato il Medioevo e io non volevo capitare in un’epoca dove si presentano degli squilibri sociali, né tantomeno in un periodo storico dove la mente dell’uomo era allo stato rudimentale. Il futuro, invece, si presentava incerto e misterioso.
Il giorno dopo mi recai agli studi e dopo qualche ora di attesa entrai nella stanza con la nuova invenzione: era una macchina dalle alte dimensioni di colore grigio scuro, di metallo, a forma di arco. Attivata la macchina, gli scienziati mi esortarono ad entrarci dentro e mi risvegliai nell’anno 2082 nella città di Roma, lontana da Andria, la mia città natale.
La situazione era diversa da come me l’aspettavo; i monumenti che caratterizzavano la capitale d’Italia erano quasi tutti distrutti per via del tempo, la presenza delle macchine volanti che io tanto desideravo non c’era, ma esistevano le automobili elettriche che funzionavano solo con l’energia elettrica.
Grandi grattaceli svettavano come a fare a gara, e sfioravano le nuvole.
Roma era totalmente cambiata, a partire dalle strade, dalle case, dai lavori, fino alla scomparsa quasi definitiva dell’inquinamento.
Infatti era stato possibile eliminare la plastica negli oceani gettandola nello spazio, le industrie inoltre producevano senza inquinare in maniera eccessiva.
Così, tramite un semplice passaggio attraverso un “arco”, la mia vita era cambiata.