3 giugno 1997, a Lione si tiene un’amichevole estiva tra Francia e Brasile, partita valevole per un torneo quadrangolare che vede nei partecipanti anche Inghilterra e Italia. Al 22esimo minuto di gioco l’arbitro fischia una punizione in favore della nazionale verdeoro. La distanza è notevole, 35 metri, ma Roberto Carlos non ci pensa due volte prima di sfoderare il suo iconico esterno a giro: la palla sembra inizialmente essere diretta lontana dalla porta di Barthez, ma la rotazione impressa al pallone ne devia la traiettoria di molto e la sfera si insacca in gol.
Ma come è possibile che la palla cambi direzione in modo così evidente? La spiegazione risiede nella scienza: l’effetto magnus. Questo fenomeno fisico riguarda il moto di un oggetto in volo, che trasla e ruota contemporaneamente. Quando Carlos calcia il pallone, gli imprime una rotazione in senso antiorario, che la sfera trasmette a sua volta all’aria che la circonda. Continuando il suo percorso verso la porta, la palla è investita da aria su entrambi i lati: quella che arriva sul lato sinistro asseconderà la rotazione e si sommerà al flusso iniziale, mentre l’aria che colpisce il lato destro andrà ad ostacolare la rotazione e a togliere velocità al flusso di destra. Così facendo l’aria a sinistra sarà molto più veloce di quella a destra e, secondo la legge di Bernoulli (p +(dv^2)/2+dgh= cost.), dove è minore la velocità è maggiore la pressione: la pressione, quindi la forza, che agisce sul lato destro della palla sarà superiore di quella a sinistra e quindi essa curverà la sua traiettoria da destra a sinistra.Roberto Carlos e l’effetto magnus
di Il Taburno - SANT'AGATA DEI GOTI (BN)|
2024-05-05T12:45:48+02:00
5-5-2024 12:45|Alboscuole|0 Commenti
di Renato Visciano
Roberto Carlos da Silva Rocha, leggendario terzino brasiliano che ha militato nelle fila di squadre illustri come Inter e Real Madrid, nel corso della sua carriera ha fornito, inavvertitamente, forse la miglior dimostrazione di una legge fisica.