Ginevra Lo Cicero- Classe 3ªA.
Caro amico bullo,
io non conosco la tua situazione e probabilmente non posso nemmeno immaginare come ti senti, ma mi dispiace per te perché so, che se fai il bullo, è perché qualcosa ti ha portato a diventarlo: che tu abbia una situazione familiare non esattamente florida, che tu sia stato educato male, che tu soffra…
Malgrado ciò oggi vorrei parlarti a cuore aperto, se avrai l’accortezza di ascolatarmi, e scusa se sarò un po’ dura con te, ma devo.
Devo, per farti capire che è sbagliato il tuo modo di reagire alla situazione che vive, qualunque essa sia.
Devo, per farti capire che è sbagliato mandare in vacanza la propria coscienza, che è un campanello d’allarme che ci fa ravvedere dei nostri errori.
Devo, per farti capire che è sbagliato imprimere agli altri la medesima sofferenza che ci è stata impressa.
Vorrei spiegarti che ciò che distingue l’uomo dalle altre creature appartenenti alla specie animale è la civiltà, e che tu devi adoperare questo dono.
Vorrei spiegarti che non è possibile all’uomo condurre una vita degna di essere vissuta in assenza dei suoi simili, e che devi torturare questi ultimi poiché sono tuoi pari e non inferiori a te.
Non c’è alcuna differenza tra te e gli altri!
Ravvediti…, se continui con questo tuo errato comportamento finirai triste e solo, alla stessa maniera delle persone che hai tormentato senza riserbo alcuno.
Il consiglio che ti do è perciò di ritrovare l’allegria attraverso amici, libri, studio e opere di bene.
RITROVA LA FELICITÀ ATTRAVERSO LA BONTÀ!