di ALESSANDRA GIORDANO, GUEYE KHADY, LUANA MONTELLI, MICHELA TURTURRO – Il giorno 21 marzo, primo giorno di primavera, abbiamo riflettuto sulla mafia e sulle sue vittime. Parlare di mafia vuol dire riflettere soprattutto sul suo contrario, la legalità e lo stato. Lo stato, come insieme di cittadini, che si riconoscono nelle leggi e nella legalità. In questa giornata è stato importante riaffermare il valore di esso e di quanto sancito nella co-stituzione. Già, la ”COSTITUZIONE”, la nostra legge fondamentale firmata il 27/12/1947 ed entrata in vigore il 01/01/1948. Volutamente, quella mattina, abbiamo indossato abiti eleganti che ribadissero, anche visivamente, l’importanza dell’occasione. Ad aprire la manifestazione è stato l’inno di Mameli cantato da tutte le persone presenti, seguito poi, dal video della firma della no- stra Costituzione tenutasi a Palazzo Giustiniani il 27 dicembre 1947.
Abbiamo fatto nostre le parole di Piero Calamandrei sulla Costitu-zione invitando tutti a riflettere e ricordare tutte le persone morte per arrivare a questa. Perchè, credere nello Stato, vuol dire mettere il no-stro spirito, l’impegno e la volontà di realizzare quanto scritto. Inoltre, Calamandrei, invita, noi giovani, a dare il nostro spirito, la nostra gioventù alla Costituzione per farla vi-vere, per sentirla come nostra; perché in questi articoli c’è dentro tutta la nostra storia, il nostro passato, i nostri dolori e le nostre sciagure. Nel suo discorso cita alcuni “grandi” del passato che sono stati importanti nella elaborazione della Costituzione, Mazzini, Cavour, Cattaneo, Garibaldi e Beccaria. Sulle note della canzone “NON MI AVETE FATTO NIENTE”, abbiamo affrontato il tema della mafia e del significato di questa parola, su cosa è per noi e sui disastri che essa provoca. Celebrare questo giorno e tutte le vittime di mafia ha significato per noi abbattere il muro dell’indifferenza che spesso è sinonimo di complicità e ambiguità. Abbiamo ricordato la nostra concittadina Anna Rosa Tarantino, Michele Fazio, ma anche tutte quelle persone uccise per aver combattuto fino in fondo questa organizzazione illecita; tra questi Paolo Borsellino, Giovanni Falcone e Aldo Moro. Ognuno di noi può dare il proprio contributo ricordandoci “di guardare le stelle e non i nostri piedi perché per quanto difficile possa essere la vita, c’è sempre qualcosa che è possibile fare.”(S. W. Hawking)