//Riflessioni sincroniche sull’educazione nella Inghilterra del filosofo J. Locke, a cura di Alessia Usai 4A Scienze umane

Riflessioni sincroniche sull’educazione nella Inghilterra del filosofo J. Locke, a cura di Alessia Usai 4A Scienze umane

di | 2024-12-13T17:42:54+01:00 13-12-2024 17:42|Alboscuole|0 Commenti
13 luglio 1696 Cara Clotilde, entusiasta ti scrivo dal lontano Yorkshire. Qui i prati sono verdi, il cielo splende come non mai e si respira un’aria di innovazione. In questa mia permanenza nel Regno Unito la mia mente non fa che accrescere la sua cultura. Qui le tradizioni, come quella del the alle cinque, sono a dir poco magnifiche, eleganti e nobili. Parlami un po’ di te… come procede il vostro viaggio verso l’America? Spero che tuo figlio Pietro si riposi prima di riprendere i suoi studi nel mese di settembre. Oggi più che mai vi ho pensato, e adesso ne scoprirai il motivo. Quest’oggi, all’incirca alle dieci e trenta della mattina, mentre facevo la mia solita passeggiata nell’enorme giardino della villa, in lontananza mi è apparso un uomo alto, e al suo fianco un fanciullo. Interessato della mia presenza, si è avvicinato con aria misteriosa, ha salutato cortesemente e io ho ricambiato. Si è presentato come Sir John Locke, e il fanciullo con lui, figlio di un grande uomo dell’industria tessile inglese, come suo allievo di nome James. Da subito quest’uomo ha destato in me notevole interesse, ma non volendo essere sfacciata e non ho fatto molte domande sul momento. Arrivato il pomeriggio, sono andata a prendere il mio solito the delle cinque. Arrivata in anticipo, ho preso posto in un tavolo per due, e da lì a poco una voce maschile con forte accento inglese mi ha detto: “Can I sit here Miss?”. Stupita, subito ho acconsentito con un solo cenno di testa e in men che non si dica mi sono trovata seduta insieme a Sir John Locke. Raccontò di essere un precettore, e incuriosita, gli ho fatto qualche domanda. La prima domanda è stata quale caratteristica in particolare deve avere il precettore per esercitare il suo ruolo. Locke ha risposto che deve essere innanzitutto un uomo di cultura e un osservatore. Ha il dovere di accompagnare e sorvegliare il fanciullo nella sua formazione, soprattutto morale, senza condizionarlo con metodi propri. Oltre alla sua professione di precettore, Sir John Locke ha scritto ben 217 lettere, illustrando delle proposte innovative indirizzate all’educazione dei fanciulli della classe dirigente inglese, i gentlemen, e le ha raccolte tre anni fa ne “I Pensieri Sull’Educazione”. Si occupa dell’istruzione in modo accurato poiché i ragazzi saranno coloro che guideranno la futura Inghilterra. Mi ha parlato anche di un nuovo metodo educativo chiamato “open education”. Con questo, l’insegnamento del ragazzo avviene in modo graduale, imparando da sé, riconoscendo i propri limiti, adattando le sue azioni ai diversi contesti, senza bisogno di imporsi con autorità e violenza. Come ti ho già accennato, la formazione dei giovani è mirata a prepararli ad essere grandi uomini politici, perciò devono conoscere prima di ogni cosa loro stessi e il loro carattere; devono apprendere le nozioni tramite l’esperienza, come per esempio i viaggi. Impareranno in modo quasi naturale a tenere un certo comportamento che li porterà ad avere una buona reputazione. Sir John Locke, è però un uomo dalle mille sorprese! Oltre all’educazione della classe agiata, si preoccupa anche dei poveri fanciulli orfani o che vivono in situazioni familiari disagiate. Con le sue “working school” vuole dare alloggio ai giovani vagabondi insegnandogli un mestiere. Egli preme molto affinché le istituzioni assecondino il suo progetto e anche io spero che il vento giri a suo favore. Oltre ad essere un uomo affascinante, è anche di buon cuore! Spero che questi metodi educativi ti abbiano incuriosita; chissà, magari Pietro potrebbe viaggiare in Inghilterra e portare avanti qui la sua formazione, credo che questo possa aiutarlo a perseguire i suoi obiettivi. Ci vediamo presto, Ginevra Dulbecco