È arrivato il momento di trarre delle considerazioni sull’anno scolastico che si è appena concluso. Da quando ho intrapreso, molti anni or sono, la mia carriera d’insegnante, quello che sta per concludersi si è rivelato l’anno più difficile e complesso, sia sotto il profilo umano che professionale.
In termini nervosi e psicofisici ho speso tantissimo e, con me, le decine di alunni e genitori che hanno dovuto adattarsi e correre ai ripari con soluzioni tecnologiche d’emergenza.
È stato come prender parte a una rivoluzione sociale… stravolgendo tutto: norme, strumenti, approccio didattico, tempi e luoghi di lavoro.
Un diluvio di decreti d’urgenza, talvolta contraddittori rispetto al dettato normativo, che ci hanno messo in stato d’allerta, come se fossimo in trincea.
E in effetti è stata guerra: una guerra contro il tempo, nel tentativo di far fronte a qualsiasi difficoltà, a qualsiasi richiesta tecnica o amministrativa.
Alla fine questa didattica a distanza ha funzionato: gli insegnanti, gli alunni e i genitori più sensibili hanno fatto miracoli in questa emergenza, quindi valuteremo, ma con la consapevolezza di dover tenere in conto l’esistenza di evidenti condizioni di disuguaglianza nell’accesso e nella gestione della didattica a distanza, sapendo che esiste un divario digitale e sociale innegabile.
Mi sono chiesto come possano accedere e partecipare alle video lezioni gli alunni meno autonomi, quelli con disabilità o quanti hanno scarse competenze informatiche…
L’intera incombenza ricade sui genitori, costretti a presenziare alle lezioni o a sostituirsi ai docenti nel ruolo organizzativo e nelle procedure d’invio.
La mia classe 5^, grazie al blog, ha potuto sfruttare tutte le opportunità e le risorse messe in campo.
Siamo riusciti, in certo qual modo, a ridurre l’handicap di una didattica a distanza, ma è innegabile che, proprio chi ne aveva più bisogno, ha vissuto con più difficoltà questa fase.
Una triste equazione che ci porta a confermare il paradigma: disagio = mancanza di opportunità= emarginazione.
In questi giorni ci troviamo ad affrontare scrutini e consigli di classe, nell’ingenuo quanto goffo tentativo di produrre delle valutazioni.
Le ordinanze emesse forniscono indicazioni teoriche, suggeriscono strategie che sospendono giudizi tassonomici in favore di una più generica valutazione globale (eccezion fatta per le classi IIIe della scuola secondaria inferiore e per gli esami di maturità).
In questa particolarissima situazione, la valutazione di buona parte degli studenti rappresenta un problema difficilmente affrontabile, in quanto influenzato e condizionato dalla didattica a distanza.
Sicuramente la programmazione didattica verrà rimodulata nei prossimi mesi.
Noi insegnanti torneremo a settembre con i nostri dubbi, con le nostre preoccupazioni, con la speranza che l’emergenza svanisca, invisibile e silenziosa come si è presentata.
Questa cruda esperienza ci ha riportati con i piedi per terra, ha restituito la natura alla natura, ci ha donato del tempo prezioso da condividere con la famiglia, con i nostri figli.
Ricordiamoci tutto questo e facciamone tesoro allorché, pian piano, si tornerà alla normalità.
(C.G.)