di Renato Visciano
Da questa stagione la UEFA di Aleksander Ceferin ha modificato drasticamente il format delle coppe europee. Non ci saranno più i soliti gironi da quattro squadre, in cui le prime due accedono alla fase finale della competizione; le compagini europee sono invece adesso ordinate in un’unica classifica generale, con le prime otto qualificate direttamente agli ottavi di finale, mentre i club dalla nona alla ventiquattresima posizione dovranno affrontare un turno aggiuntivo, i “playoff”, prima di eventualmente approdare ai “rounds of 16”. I più attenti già sul finale della scorsa stagione di Serie A avranno notato come fossero stati destinati più posti per le coppe europee, con ben cinque squadre nostrane (Inter, Milan, Juventus, Atalanta e Bologna) presenti nella massima competizione UEFA. Difatti, è stato anche allargato il bacino di squadre facenti parti al torneo: si è passati da 32 a 36 squadre, comportando un aumento delle partite della fase iniziale (la vecchia fase a gironi) da sei a otto match in cui ogni squadre ne affronterà altre sette (niente più andata e ritorno), come da sorteggio.
Ma in realtà cosa rappresenta davvero la nuova Champions? Un modo per rendere la competizione più spettacolare, offrendo più partite allo spettatore, o solamente un sofisticato schema per aumentare i ricavi? Ha veramente senso coinvolgere più squadre in quella che dovrebbe essere, da definizione, una coppa dedicata ai campioni, ovvero le vincitrici dei principali campionati europei? Non solo si snatura la competizione, ormai lontana dalla sua “nonna” Coppa dei Campioni, abbassandone il livello generale (come dimostrano le goleade a cui abbiamo assistito in queste prime giornate), ma Ceferin rischia anche di perdere credibilità: dopo aver tanto criticato e bloccato la Superlega progettata dai presidenti Agnelli e Florentino Perez, ha reso la Champions League una lega a classifica unica, proprio come sarebbe stata la Superlega.
In conclusione, dinanzi ad un calcio ormai innegabilmente schiavo del denaro, c’è solo una preghiera da recitare: ridateci la vera Coppa dei Campioni.