di Simone Santostefano (classe 3 C) – La mentalità prevalente nei paesi europei, nell’ottocento e agli inizi del 900, sosteneva che le donne dovessero interessarsi solo delle faccende domestiche e rimanere estranee alle attività economiche e politiche che si svolgevano al di fuori della casa. Il ruolo delle donne, con lo scoppio della 1 guerra mondiale, cambiò notevolmente: l’esigenza economica rese necessario l’impiego di un numero maggiore di donne nei posti di lavoro, compresi quelli maschili. La novita’ di questo periodo storico fu, oltre alla crescita della percentuale di donne lavoratrici, l’esaltazione che del lavoro faceva la propaganda ufficiale ; paradossalmente si può affermare che l’evento della prima guerra mondiale abbia perciò contribuito all’emancipazione femminile. Essendo gli uomini impegnati al fronte, la presenza femminile aumenta significativamente nel campo impiegatizio e in settori abitualmente riservati ai maschi. In città come Milano e Torino un importante contributo femminile alla guerra lo diedero un gruppo di donne italiane al servizio dell’esercito britannico nello scaricare munizioni di artiglieria in uno snodo ferroviario del nord Italia. Altre si impegnarono ad allestire delle trincee nel 1917. E ancora nel 1915 Maria Abriani (medaglia di argento al valore ) partecipo’ attivamente a una azione militare che portò alla liberazione di Ala, cittadina nei pressi di Trento, molte donne si impegnarono in ambito sociale e politico, altre divennero pacifiste attive ecc… Caso da non dimenticare come contributo femminile nella prima guerra mondiale è sicuramente la scienziata pacifista tedesca Clara Immerwahr che fece di tutto per impedire l’uso dei gas per scopi militari con pubbliche denunce ma non ci riuscì e si tolse la vita. La storia spesso dimentica che anche le donne hanno partecipato attivamente all’evento bellico nel bene e nel male ma sicuramente con il cuore.