//Recensione del film The Eternals

Recensione del film The Eternals

di | 2021-11-21T18:18:16+01:00 21-11-2021 18:16|Alboscuole|0 Commenti
di Bertoni, Cini e Puma  La storia vede protagonista un inedito gruppi di eroi, gli Eterni, supereroi immortali più simili a divinità nati per volere di Arishem il Giudice, il capo dei Celestiali. Il loro compito è quello di proteggere gli umani e tutte le forme di vita presenti sulla Terra dai Devianti. In origine questi ultimi avevano come scopo primario quello di uccidere tutti i super predatori in quanto non permettevano la piena evoluzione della specie umana. Dopo aver sconfitto i devianti, gli Eterni – personaggi geneticamente modificati dai Celestiali – si sono nascosti tra le persone comuni, vivendo una nuova vita all’insegna della “normalità”. Gli eventi accaduti in Avengers: Endgame però, hanno riportato in vita i Devianti. Ora Sersei, Sprite, Ikaris e tutti gli altri Eterni dovranno riunirsi e fare il possibile per risolvere la situazione; una situazione che li vedrà alle prese con dolori emotivi e fisici, tradimenti, prove d’amore e crude verità sulle sorti del pianeta Terra. Perché niente è come sembra, e ci sono segreti che in un modo o nell’altro vengono a galla e devono essere affrontati prima di ogni altra cosa, anche prima dei nemici. Chi sono i Devianti? I principali nemici degli Eterni sono i Devianti, anche loro creati sulla Terra dagli esperimenti genetici condotti dai Celestiali. Mentre gli Eterni sono esseri semidivini e sostanzialmente buoni, i Devianti sono orribili nell’aspetto e malvagi di inclinazione. La guerra fra le due specie nacque proprio a causa dell’invidia che i secoli provano nei confronti dei primi. I Devianti che risiedono nella città sommersa di Lemuria, possiedono alcuni superpoteri legati alla loro mutazione Chi sono gli Eterni? I semidivini Eterni sono un ramo del genere umano manipolato geneticamente dai potenti alieni chiamati Celestiali durante la preistoria, al pari dei deformi e malvagi Devianti. Sono molti e ognuno di essi è dotato di poteri speciali e capacità e forze sovraumane. Inoltre possono creare un’Uni-Mente, cioè un’entità composta da energia psichica dei poteri talmente gradi da essere in grado di plasmare la realtà. Tutti gli Eterni vivono a Olympia una città fra le montagne della Grecia. Personaggi Protagonisti degli Eterni sono: Ayak (Salma Hayek), leader spirituale e colei che li ha guidato una volta arrivati sulla Terra; Ikaris ( Richard Maddem), il più potente tra gli eroi e leader “tattico” del gruppo; Sersei (Gemma Chan) è la più empatica di tutti; Sprite (Lia McHug) ha l’aspetto di una adolescente, una condizione che pesa sulla sua vita in quanto non potrà mai crescere perché gli Eterni non mutano nel tempo; Thena (Angelina Jolie) è la dea della guerra in grado di creare ogni tipo di arma. Nel film la vediamo alle prese con qualcosa che la attanaglia dentro e da cui non riesce a liberarsi dal sua arrivo sulla Terra; Gilgamesh (Don Lee) è uno dei personaggi che più fa i concetti di amicizia e di lealtà, tanto da assumersi responsabilità di grande portata; Makkari (Lauren Radilof) è il primo supereroe sordo dei Marvel Studios e viaggia a una velocità supersonica, una  velocità che sarà fondamentale nel corso della storia; quest’ultima ha un rapporto di fiducia con Droig (Barry Keoghan), la cui capacità cosmica è quella di controllare la mente degli uomini; infine Phastos (Bryan  Henry) ha il potere dell’invenzione, mentre Lungo (Kumail Ninjiani) quello di sparare proiettili di energia dalle mani. Il confine degli Eterni Gli Eterni non possono infierire con le atrocità che si manifestano sulla Terra e che non sono generate da mortali, a meno che non dipendano dalla presenza dei devianti. Ciò li porta a vedere il mondo in un’altra prospettiva, quella di chi è impotente di fronte alle guerre, di chi vorrebbe fare qualcosa ma non può fermare il corso degli eventi. Il motivo riguarda proprio l’evoluzione della specie umana nel suo complesso. È un sentire, quel dolore Causato dall’uomo, che accomuna tutte le divinità protagoniste, avvicinandole o allontanandole dalla loro missione. Così ci rendiamo conto, tramite un passaggio temporale continuo tra passato e presente, che gli umani, sin dall’antichità, sono i veri autori della loro possibile estinzione. Con l’alternarsi composto, coerente e in linea con il ritmo della narrazione, la regista Chloè Zhao mostra in ogni particolare cosa è cambiato nell’arco di 7000 anni. Ma è davvero cambiato? Non è tutto oro quel che luccica Se da una parte la pellicola ci presenta per filo e per segno la storia che la regista vuole raccontare, addentrandosi sempre più nei dettagli; dall’altra parte le sequenze di azione si riducono a poco più di mezz’ora e in due ore e 40 minuti è meno di quanto ci si potesse aspettare. L’azione viene messa da parte per lasciare lo spazio alla riflessione e alla psicologia dei personaggi, e ciò potrebbe infastidire chi cerca adrenalina allo stato puro. In realtà, questo aspetto non incide negativamente sulla riuscita del film. Alcune caratteristiche del loro essere – parliamo degli Eterni – sono così intriganti da avvicinare le persone al loro animo, e gli eventi presenti alimentano il bisogno di sapere. È difficile non avere voglia di capire come finirà la vicenda. L’autore: Jack Kirby di Cini Irene Figlio di emigrati ebrei Austriaci, Jacob Kutzemberg, aka Kirby è nato e cresciuto nel ghetto di Lower East Side, entrando presto a far parte di una piccola gang giovanile, continuando però a coltivare la passione per il disegno. Il ragazzo, fin da piccolo ha in testa tre soli pensieri: uscire dalla sua situazione di povertà, avere abbastanza soldi per dare alla sua famiglia una vita dignitosa e raccontare storie. Per sua fortuna, aveva degli ottimi strumenti, ma soprattutto, quello che potremmo definire un superpotere: Jack Kirby lavorava a una velocità e a dei ritmi che potremmo definire sovraumani. Da bambino sognava di diventare un politico corrotto, perché li vedeva sempre divertirsi e mangiare al ristorante, e pensava che non ci fosse carriera migliore. Un sogno infranto dall’opposizione della madre. Le pagine per lo stile di Kirby erano veramente troppo piccole, e i bordi delle vignette erano stretti e claustrofobici tanto che capitava non di rado che i suoi personaggi uscissero dal bordo delle vignette, magari con un gomito che sporgeva dall’angolo della pagina, iniziando pian piano a rompere le convenzioni. In mancanza di fondi per comprarsi fumetti, Jack era costretto a frugare nei cassonetti dei vicini in cerca di quotidiani su cui leggere le strisce quotidiane, su quegli stessi giornali si esercitò a realizzare i suoi primi schizza e disegni; mentre il suo ufficio era in realtà il suo scantinato, arredato con un vecchio tavolo dismesso dai genitori, una sedia e qualche articolo di cancelleria. Quando uscì capitan America, personaggio che nella sua prima apparizione mollava un cazzottone in faccia ad Adolf Hitler, ricevette alcune minacce di morte da simpatizzanti americani del partito nazista, minacce che arrivarono a smuover persino il sindaco di New York dell’epoca. Si dice che un giorno arrivò una telefonata in redazione con testuali parole “siamo qua sotto nell’atrio in tre, vogliamo far vedere a chi disegna Capitan America com’è fatto un vero americano”. Mentre la redazione si affrettava a chiamare la polizia avendo intuito che sarebbe potuta scoppiare una rissa, Kirby si alzò le maniche della camicia, e scese nell’atrio solo per scoprire che i tre signori della telefonata non c’erano più. Forse sapevano che Jack quando era giovane, nelle lotte fra gang rivali era in grado di tenere testa a cinque avversari assieme, chi lo sa. Con Stan Lee Kirby ideò il cosiddetto “metodo Marvel”: che consisteva in Stan Lee che abbozzava un’idea per una storia, Kirby la disegnava e Lee tornava a riempire le vignette. Decenni di onorata carriera gli sono valsi un soprannome esplicativo e condiviso da tutta la comunità di artisti dei fumetti: THE KING.