Favola n.10 tratta dalla raccolta “Favole per raccontare la scienza”, dal laboratorio di scrittura creativa di Lia Maino.
FALLA ALLA SCOPERTA
Un tiepido giorno primaverile, su una grossa nave mercantile, c’era una farfalla, Falla Cavolaia, impegnata a mangiare la sua foglia di cavolo molto, ma molto lentamente. Vagando per la grossa nave trovò dei brutti, molto brutti, bruttissimi bruchi verdi con grandi, molto grandi, grandissime setole e con sei piccole, molto piccole, piccolissime zampe.
Falla vide gli esseri verdi e disse: “Ma come siete sgraziati, siete così voraci che non vi basteranno nemmeno cento foglie di cavolo per saziarvi.”
Il più grosso dei bruchi rispose con tono infastidito: “Come osi tu, magro e piccolo essere, chiamarci sgraziati!”
Falla incalzò: “Sei così brutto e verde che non ti si può guardare, con quelle grandi mandibole, tutti quei buchini e poi quelle zampine così piccole, molto piccole, piccolissime zampe, come sono brutte!”
Il bruco con voce scontrosa controbatté: “Il mio colore serve per mimetizzarmi tra le foglie, la mandibole grandi per nutrirmi velocemente invece quei buchini si chiamano stigmi e mi servono per respirare ma non so perché ho le zampette così piccole.”
Falla incuriosita disse: “Perché non andiamo a scoprire il loro uso?”
Allora tutti i bruchi esclamarono insieme: “Dai andiamo alla scoperta!”
Falla Cavolaia e i bruchi vagando per i posti in cui approdava la nave, pian piano scoprirono cose nuove e poi avvenne una strana cosa: i bruchi si arrampicarono ad una trave della nave e iniziarono a tessere dalle loro ghiandole una copertura intorno al loro corpo chiamata crisalide e dopo due settimane uscirono più piccoli e aggraziati e aspetta….avevano le ali! Erano proprio come Falla.
Così partirono in esplorazione per scoprire informazioni e notizie su bruchi e farfalle.
di Edoardo Muraglia, Frascolla Marco, Adriano Malcangi della 1^C della scuola Vaccina