di Bianca Durante -Era una mattina d’inverno, quando mi svegliai e scesi dal letto. Feci colazione e mangiai un intero barattolo di crema al cioccolato. “Ne approfitto, mamma non è in casa” pensai. Dopo mi stesi sul divano e guardai un film. “A questo punto faccio anche i pop corn”. Finito il film, andai in camera mia e subito ritrovai la mia immagine riflessa nello specchio. In quel momento sentii un brivido di rabbia e tristezza attraversarmi. Avevo paura. Mi rifugiai nel cibo, come sempre. Svuotai praticamente tutto il frigo. Era come se mi desse un pizzico di tranquillità, come se calmasse le mie emozioni. “Non ce la faccio!” gridai ad alta voce, anche se nessuno poteva sentirmi. Quando mia madre tornò a casa, doveva cucinare. Non volevo neanche pensare a ciò che poteva succedere. “Anna, hai mangiato tu il prosciutto crudo e bevuto la Coca Cola?” mi chiese. “No…no, insomma non svuoterei mai tutto il frigo!”. Lei annuì, ma era perplessa. Abbassò la testa con un’espressione triste. Il giorno dopo, io e lei andammo a fare dei lavoretti per Natale sul terrazzo. “Anna, io devo dirti una cosa” disse. “Ho notato che ultimamente sei strana e mangi molto. Penso che a volte tu lo faccia per colmare un vuoto, vero?”. Guardai da un’altra parte e mi vergognai di me stessa. “Ascolta, facciamo così: quando hai voglia di mangiare, vieni da me e abbracciami. Un abbraccio in più, un boccone in meno”. Guardandola negli occhi le dissi in lacrime: “Ora mi servirebbe”. Ci venimmo incontro e ci abbracciammo. Quell’abbraccio sembrava che non finisse mai e, finalmente, mi sentivo al sicuro nelle braccia di qualcuno. Quel giorno mi è rimasto impresso e per questo non lo dimenticherò mai, perché mia madre mi aveva salvata da una droga, quel maledetto cibo.