Di Nicla Scamarcio – classe III sez. C
Di solito non parlo tanto, preferisco più ascoltare e far esprimere gli altri.
Mi risulta più facile tenere tutto dentro e risolvere i miei problemi da sola, sembra quasi che io la ricerchi quella solitudine che ai più fa paura. A me, invece, giova perchè mi fa sentire più sicura che altrove o almeno questo pensavo.
Fin da piccola sono sempre stata una bambina meravigliosa: l’amica di tutti, baciata dall’amore di chi mi era accanto e questo mi lusingava tantissimo.
Ero piena di amici con una famiglia meravigliosa, gli unici problemi che conoscevo erano quelli di matematica e che a me piacevano tantissimo.
Poi si cresce e “non” si cambia, nel mio caso ci si blocca.
Tutto ad un tratto sembrava che non facessi più parte di quell’orchestra, la mia nota che prima dava il “LA” alla melodia ora era sempre più stonata ed è così che ho preferito quasi bloccarla.
La mia nota non aveva più quel suono così apprezzato da tutti o almeno così era a parer mio.
Magari avevo solo bisogno di essere accordata ma non era così semplice ormai…Quel meccanismo che si era rotto rendeva il suo suono sempre più atrofizzato e così non riuscivo a condividerlo con gli altri, preferivo isolarlo e tenerlo solo per me.
Mentre tutto scorreva quella rogna invisibile dilagava dentro di me stravolgendo tutte le mie certezze. Pur essendo circondata da amici e avendo una famiglia onnipresente che anche con il rimprovero sa offrire supporto, la mia vera solitudine si manifestava quando davanti agli altri, nascondevo la mia nota stonata.
Avevo paura di farla ascoltare, soprattutto a chi mi aveva conosciuto prima che diventasse tale, avevo timore di non essere capita e così celandola apparentemente mi sentivo più sicura ma in realtà mi immergevo senza accorgermene in una solitudine tutta mia.
I possibili pregiudizi scatenavano insicurezze che mi bloccavano appunto, non rendendomi libera di esprimermi come avrei voluto.
Poi succedono quelle cose che non ti aspetti (gli imprevisti non sono solo negativi!) e senti il desiderio che qualcosa cambi .
Non sai esattamente quando avviene, ma di sicuro ho sentito la mia radice tremare, come se qualcosa si stesse sbloccando. Si è manifestato il desiderio di raccontare senza timore mostrando anche la nota più stonata di me, magari con una risata in sottofondo. E’ questo quello che è successo quando ho inziato a parlare con una persona molto importante; certo d’aiuto è stato anche lo schermo del computer che ci divideva e mascherava un po’ tutte le mie insicurezze.
Piccole gocce possono smuovere grandi montagne. La paura di non piacere più come una
volta agli altri rimane, ma la voglia di provare a far conoscere la nuova vera sinfonia che mi accompagna nella vita è più forte!
E’ stato un grande passo per me ritrovare la voglia di farmi ascoltare, la voglia di cominciare a suonare…certo non sono più un “LA” ma mi piaccio diciamo come “SOL”.
Scamarcio Nicla 2^ C