Malala Yousafzai, nata il 12 Luglio 1997, nel 2014 ha vinto il Premo Nobel per la Pace; è diventata simbolo di libertà, emancipazione e lotta per i propri diritti.
In Pakistan, il paese in cui abitava, arrivò una banda di terroristi che proibirono la scuola alle ragazze: Malala lo trovava ingiusto e lo scrisse nel suo blog. Per questo il 9 ottobre 2012, nel pullman che la portava a scuola, i Talebani la colpirono con un proiettile sul lato sinistro della fronte; venne portata subito in ospedale dove riuscì, fortunatamente, a guarire. “Le cose sono cambiate”, scrive: “Quando avevo dieci anni la valle dello Swat, un posto di bellezza e turismo, è diventato improvvisamente un luogo di terrore. Le donne sono state picchiate. Innocenti sono stati uccisi. Tutti abbiamo sofferto. I nostri bei sogni sono diventati incubi. L’istruzione, da diritto che era, è diventata un crimine.”
Malala scelse di combattere per l’uguaglianza tra uomini e donne perché esse venivano sempre sottovalutate e usate come oggetti senza valore. Lei sta cambiando il mondo con i suoi pensieri e la sua lotta, non perdendo le speranze e andando sempre avanti.
Nel 2014, dopo mesi di interventi e di riabilitazione, Malala ha raggiunto la famiglia nella sua nuova casa, nel Regno Unito. A questo punto ha capito di essere di fronte a una scelta: ringraziare per essere sopravvissuta e vivere una vita tranquilla nella sua nuova casa oppure sfruttare quanto accaduto e ottenere tutto il possibile da questa seconda possibilità.
Con l’aiuto del padre ha costituito la “Malala Fund”, una fondazione creata allo scopo di dare a ogni ragazza la possibilità di studiare e scegliere così il proprio futuro.
‘’Questo premio non è solo per me”, ha detto ricevendo il Nobel. “È per i bambini dimenticati che vogliono un’istruzione. È per i bambini spaventati che vogliono la pace. È per i bambini senza voce che vogliono il cambiamento. Sono qui per i loro diritti, per dare loro voce… Non è il momento di averne compassione: è il momento di agire, per fare in modo che sia l’ultima volta che a dei bambini è sottratta l’istruzione’’.
Ricerche di Charlene Pascale, Andrea Pinto, Giulia Sportelli – classe 1^E