QUANDO IL COVID 19 COLPISCE I BAMBINI
L’amara esperienza del Covid 19 non ha fatto sconti in base all’età delle persone,
infatti ci siamo ritrovati piccoli e grandi a doverci difendere e combattere contro
questo assurdo virus.
“Mi chiamo Antonio S. e frequento la scuola secondaria di I° del plesso di Mongrassano Scalo.
Sono sollevato di poter raccontare la mia storia ora che il pericolo del contagio del
virus l’ho passato, ma nello stesso tempo sono ancora dispiaciuto, perché ha lasciato
nel mio animo paura e fragilità. Tutto è cominciato una sera di settembre in cui,
pieno di entusiasmo, mi sono recato a dormire dai nonni, con loro vive anche mio zio
che, rincasato, ha cominciato a sentirsi male. Al mattino ha fatto un tampone rapido
e purtroppo è risultato positivo. Subito ci siamo allarmati e dai test effettuati anche i
miei nonni e io avevamo contratto il virus. Per circa un mese sono rimasto lontano
dai miei genitori e tutti i tamponi che facevo erano sempre positivi, mi sono sentito
abbattuto e arrabbiato. Stare con i miei nonni non era più una piacevole abitudine
ma una costrizione che mi teneva lontano dalla mia casa. Quando finalmente
l’ennesimo tampone risultò negativo sono corso a riabbracciare la mia famiglia e ho
ripreso ad andare a scuola, per conoscere i nuovi compagni che non avevo ancora
incontrato. Siamo usciti tutti salvi da questa brutta storia e capisco come gli affetti
sono ciò che di più importante possiedo”.
“Mi chiamo Raffaele M. e sono di Mongrassano; anche per me la vita cambia in un
giorno d’estate, quando mia cugina risultò positiva al Covid 19. Con tutta la famiglia
effettuammo un tampone e solo mia madre e io risultammo negativi, gli altri miei
familiari erano stati tutti contagiati. Mio padre fu ricoverato in ospedale in gravi
condizioni, iniziò il periodo più difficile della mia vita, vedevo soffrire le persone che
più amo senza poterle aiutare e inoltre dovevamo stare separati nella stessa casa
per timore del contagio. Anche i gesti quotidiani come mangiare insieme o
condividere un bagno non si potevano più fare. Rimasi chiuso cinquanta lunghi
giorni in casa, mentre mio padre era solo in ospedale. Quando poi lui si riprese
peggiorò invece la salute di mia nonna, noi non siamo stati fortunati come tanti altri:
il virus l’ha uccisa. Penso sempre a lei, sono rimasto segnato da questo episodio”.
Purtroppo non abbiamo ancora vinto la battaglia con questo nemico invisibile, ma
la memoria sempre costante di quello che abbiamo vissuto, deve servirci per restare
forti, attenti e vigili sul possibile contagio. Ci auguriamo di potervi raccontare al più
presto di un’epidemia trascorsa per sempre.
Testimonianze raccolte e curate dalla professoressa Rosalba Granieri, IC Fagnano Castello-Mongrassano CS.
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