Ins. Virgilio Mariagrazia.
Ai nostri bimbi della scuola dell’infanzia abbiamo offerto un percorso formativo basato sullo sviluppo del pensiero computazionale.
Utilizzando situazioni ludiche basate sul gioco e su esperienze didattiche simpatiche e divertenti, i bambini delle diverse età hanno iniziato a utilizzare e padroneggiare nuovi linguaggi cognitivi. Ciò che ha favorito l’acquisizione di tale processo è stato l’utilizzo di attività basate sul coding. Queste ultime focalizzandosi sulle capacità di problem solving, hanno aiutato i più piccoli a ragionare in modo creativo, ma al tempo stesso logico, stimolando la loro curiosità.
In primis abbiamo ritenuto opportuno l’apprendimento di percorsi grafici attraverso l’uso di schede didattiche caratterizzate da labirinti in cui si chiedeva loro di raggiungere la meta, inizialmente tracciando una linea continua e successivamente disegnando delle frecce.
Successivamente abbiamo pianificato attività motorie durante le quali i bambini hanno provato, riprovato e infine sono riusciti a risolvere piccoli problemi e raggiungere l’obiettivo prefissato.
L’attività del coding è avvenuta attraverso vari passaggi fatta di piccoli step.
Il primo step è stato finalizzato al riconoscimento e all’acquisizione di vari concetti topologici. L’acquisizione di destra e sinistra è avvenuta attraverso esercizi con riferimenti visivi (macchia rossa sulla mano destra e gialla sulla sinistra); giochi di direzionalità, giochi di orientamento durante i quali i bambini hanno seguito le indicazioni della maestra o di un compagno.
In un secondo momento i bambini hanno costruito, assieme alle insegnanti, il reticolo utile per le attività di coding. Utilizzando materiale di cancelleria hanno costruito attivamente le frecce direzionali, disegnandole, tagliandole e colorandole.
Dopo essere diventati costruttori degli strumenti necessari al nuovo processo formativo, i bambini hanno imparato ad associare ai simboli (frecce) la giusta direzione.
Il terzo step è stato caratterizzato dal “giocare al coding”, utilizzando il reticolo e le frecce direzionali. Hanno imparato in un primo momento a muoversi sul reticolo, nel ruolo di robot, utilizzando solo i comandi verbali che venivano dati dalle insegnanti e successivamente, simulandosi programmatori, hanno acquisito la capacità di formulare comandi per altri compagni. Successivamente i bambini hanno iniziato a muoversi sul reticolo utilizzando le frecce direzionali. Anche durante questa fase le frecce sono state messe in un primo momento dalle insegnanti e successivamente sono stati loro a diventare abili programmatori dei loro percorsi finalizzati al raggiungimento di un obiettivo. Ogni singolo percorso ha visto due bambini protagonisti ricoprendo in maniera alternata il ruolo di PROGRAMMATORE che dava i comandi e di ROBOT che eseguiva i comandi del programmatore.
Il coding è diventato uno strumento divertente che ha favorito l’acquisizione di importanti tematiche didattiche: la conoscenza dei colori, la fotosintesi clorofilliana e la conoscenza dello schema corporeo. Per quanto riguarda la conoscenza delle parti del corpo, per esempio, le mete che i bambini dovevano raggiungere sul reticolo erano card grafiche raffiguranti varie parti del corpo. Alla fine dei vari percorsi tutte le card trovate, sono state assemblate e hanno formato il manichino del corpo umano.
Concludendo, possiamo affermare che utilizzare il coding come strumento didattico ha permesso ai bambini di sperimentare in prima persona il processo di apprendimento, facendo esperienze manuali con materiali che hanno consentito il controllo dell’errore. L’errore non è stato più percepito come qualcosa da nascondere, ma è diventato un’opportunità di crescita.
L’apprendimento, quindi, è stato vissuto come scoperta e ha favorito lo sviluppo e il potenziamento della creatività e dei processi logici.