di Caldarella Silvia 3 A –
Le classi terze della scuola di secondo grado di Siculiana, giorno 10 ottobre 2018, hanno partecipato ad un’uscita didattica presso la biblioteca Pirandelliana e la casa natale di Luigi Pirandello. Come sappiamo infatti, Pirandello è un nostro conterraneo, un grande drammaturgo e scrittore siciliano, nato il 28 giugno 1867 a Girgenti. Egli è stato un insignito del Premio Nobel per la letteratura nel 1934.
Nella biblioteca Pirandelliana il tema del giorno era la lettura condivisa della novella “Ciàula scopre la luna”, della quale abbiamo letto e commentato, disposti a cerchio, alcuni stralci significativi. La discussione è stata condotta dal Professore Zino Moroso, uno studioso dell’opera pirandelliana. In quest’occasione alcuni di noi hanno espresso le proprie impressioni e riflessioni sulla novella, che avevamo precedentemente letto in classe, e abbiamo posto diverse domande. La discussione ha toccato vari tematiche, tra cui quelle della lettura, della diversità e del lavoro minorile; il Professor Amoroso ha portato la sua esperienza di lettore, studioso e insegnante.
Lasciata la Biblioteca, ci siamo recati alla casa di Pirandello, situata sempre ad Agrigento, in contrada Caos. All’interno della casa, accompagnati da una guida molto preparata, abbiamo potuto ammirare subito i mobili che appartenevano alla sua abitazione, abbiamo visto la pagella (non certo eccellente) di Pirandello quando frequentava il liceo, le foto della sua famiglia, composta dalla moglie Antonietta Portulano, i figli Fausto, Stefano e Lietta e altri componenti. In seguito, abbiamo visto le lettere di Pirandello e il meraviglioso vaso greco contenente le sue ceneri.
Grazie a quest’uscita didattica, che si inserisce perfettamente nel nostro Progetto Lettura, abbiamo avuto la possibilità di approfondire l’autore studiato in classe e constatare ancora una volta che nonostante Pirandello sia vissuto molti anni fa, egli sia uno scrittore ancora molto attuale. Sono rimaste nella storia alcune delle sue opere più famose come “Novelle per un anno”, “Il fu mattia Pascal” e “Uno Nessuno e Centomila”, dove, tra gli altri, viene affrontato il tema della maschera, di come una persona si vede ed è vista in diversi modi dagli altri. Proprio dalla tendenza a dare agli altri “un’etichetta” è nata nei paesi siciliani l’usanza ancora molto diffusa della ‘ngiuria, ossia una specie di soprannome derivante spesso dal luogo di provenienza di una persona o dal suo lavoro, o da una sua caratteristica fisica o da un suo atteggiamento. Spesso le ‘ngiurie sfiorano l’offesa con significati non certo piacevoli per chi si ritrova ad esserne additato. Ciàula, il personaggio di Pirandello da cui siamo partiti, era appunto chiamato non con il vero nome, ma con il suo soprannome. Il termine in lingua siciliana significa letteralmente “cornacchia”. Si riferisce al fatto che il ragazzo imitava il verso del volatile ogni volta che «qualcuno dei compagni gli dava uno spintone e gli allungava un calcio, gridandogli: – Quanto sei bello!». Solo nel finale della novella, alla vista della Luna, acquisendo la consapevolezza della bellezza della Natura, Ciàula assume improvvisamente un’umanità nuova, rinasce.