//Progetto InspirinGirl

Progetto InspirinGirl

di | 2020-04-29T19:21:37+02:00 29-4-2020 19:21|Alboscuole|0 Commenti
Anno scolastico 2019-2020: un anno iniziato normalmente, ma che è proseguito tra incertezze e difficoltà. Tuttavia, la nostra voglia d’imparare e la determinazione dei nostri insegnanti ha messo in atto un nuovo modo di fare scuola. È una scuola a distanza, ma ugualmente interessante: non mancano le risate, i ritardi, i momenti d’apprendimento e le grandi opportunità. Oggi, martedì 21 Aprile, la prof.ssa Fiore ci ha dato la grande opportunità di conoscere due role-model InspirinGirls: la dottoressa Claudia Prati e la sua collaboratrice. InspirinGirl è una campagna, promossa sia in Italia che in altri Stati, che si adopera per attuare un progetto ambizioso: raggiungere la parità tra uomini e donne in ambito lavorativo. La role-model, modello di ruolo, è una donna che, nonostante i condizionamenti sociali, svolge una professione considerata perlopiù “maschile”. Dopo averle conosciute, le dottoresse hanno guidato alcuni compagni nella procedura da seguire per partecipare alla videoconferenza. Ci siamo presentati tutti e abbiamo dato loro il benvenuto. La dottoressa Prati ha parlato della sua vita personale e professionale: ama molto la famiglia e il suo lavoro, che fa con passione e con impegno. Ci ha detto che è impiegata nella Raffineria Eni di Taranto, ma ha chiesto prima a noi di indovinare il suo ruolo. Dopo alcuni tentativi, tra cui il mio, Giorgia, con la sua naturale determinazione, ha scoperto che è un ingegnere chimico. Fare l’ingegnere è stato il suo sogno sin da piccola, ma realizzarlo non è stato facile. Più volte hanno provato a farle cambiare idea per via dello stereotipo “L’Ingegneria è un mestiere per soli uomini!”. Questa esperienza l’ha portata a diventare volontaria di InspirinGirl, con l’intento di incoraggiare le ragazze che vorrebbero iniziare un certo percorso di studi, ma che rinunciano perché è classificato come “maschile”. Ammiro questa signora per la determinazione, il coraggio e il talento: diventare ingegnere chimico è impegnativo, sia per una donna che per un uomo, senza alcuna differenza! La dottoressa ci ha fatto riflettere sul fenomeno che, sin da piccoli, consideriamo alcune attività maschili e altre femminili. In particolare, pensiamo che le donne non siano in grado di svolgere alcune professioni, come quelle scientifiche. Ciò accade perché nella nostra cultura sono diffusi gli stereotipi di genere (e non solo di genere!): “immagini rigide”, nei confronti di una categoria di persone, che la società ci trasmette anche inconsapevolmente. La dottoressa, allora, ci ha chiesto quale professione ci piacerebbe fare da grandi. A me lo ha chiesto per primo; ho risposto che vorrei diventare uno scienziato, un astronomo, poi ho ascoltato con curiosità i progetti dei miei compagni: chef, infermiere, chimico, giornalista, cardiologo… Tutti progetti ambiziosi! La dottoressa ha sorriso e ha detto che nella nostra classe ci sono le risorse umane per un ospedale; risorse preziose, soprattutto in questo momento difficile per la Sanità. Capisco ora quanto sia pericoloso per noi stessi e per gli altri avere degli stereotipi: Anita vorrebbe diventare cardiologa, un lavoro svolto prevalentemente dagli uomini. E se qualcuno la spingesse a cambiare idea? Probabilmente rinuncerebbe al suo talento e al suo sogno. La dottoressa Prati ha dimostrato che un mestiere può essere svolto sia da un maschio che da una femmina, purché ci si prepari adeguatamente. Infatti ci ha raccomandato, insieme alla prof.ssa Fiore, di studiare tanto e di prepararci al meglio. Quando Anita diventerà cardiologa, però, potrebbe avere più difficoltà, rispetto ad un uomo, nello svolgimento del suo lavoro. Questo potrebbe accadere perché, purtroppo, spesso gli stereotipi diventano pregiudizi. Il progetto di InspirinGirl ha anche lo scopo di “rompere” gli stereotipi di genere e promuovere l’uguaglianza tra uomini e donne in ambito lavorativo in Italia, in Europa, nel mondo. Credo che, per il bene della società, anzi dell’umanità, sia importante raggiungere questo scopo. Ritengo che, per farlo, sia utile l’intervento di InspirinGirl nelle scuole: è più semplice educare i giovani alla parità che abbattere i pregiudizi negli adulti. Non ho ancora mai viaggiato, ma ho letto in Internet e, secondo l’ultimo rapporto del World Economic Forum, per raggiungere la parità di genere nel mondo serviranno almeno altri cento anni. Dei 153 Paesi analizzati, le nazioni del nord Europa sono le più virtuose, mentre in fondo alla classifica ci sono l’Iraq e lo Yemen. Al primo posto da undici anni c’è l’Islanda. L’Italia è fra le ultime in Europa e registra un peggioramento rispetto allo scorso anno e un avanzamento nella classifica molto lento. So di donne che hanno ricevuto un Premio Nobel e di altre che sono state nello Spazio, ma mi piacerebbe vedere ad esempio più uomini nelle scuole primarie o una donna come presidente della Repubblica italiana! Ma quando? Se ciascuno di noi, come Emma Watson, l’Hermione di Harry Potter, diventasse, nel proprio piccolo, “Ambasciatore per la parità di genere”, non ci sarebbe bisogno di aspettare 100 anni! “Se non io, chi?”, “Se non ora, quando?” (Dal discorso alle Nazioni Unite, 2014).   Andrea Punzi 2^C