a cura degli alunni della classe III/C – scuola Secondaria di I grado –
Gli alunni della classe 3C si sono aggiudicati il primo posto al “Premio Federico Falchetti”. La cerimonia di premiazione è avvenuta il 1 Novembre 2021 nella Sala della Conciliazione del Comune di Assisi.
Di seguito la pagina di diario grazie alla quale l’IC. Assisi 2 ha ricevuto il prestigio premio. Complimenti ragazzi!
Cascatelle di Assisi: cura per l’anima!
Caro diario,
oggi ho finito la mia prima settimana di scuola del terzo anno di liceo e mi manca il respiro al solo pensiero che, trascorso il fine settimana, dovrò tornare lì.
A scuola mi sento solo, piccolo, oppresso e incompreso. I miei compagni di classe di certo non migliorano la situazione con le loro continue prese in giro, con gli scherzi che fanno ridere solo loro… Sono dei ragazzini così vigliacchi che, per sentirsi superiori, se la prendono con quelli come me ed io desidero, ogni giorno di più, diventare trasparente.
I bulli non li capisco proprio, sono una massa di svogliati che credono di avere il mondo sotto i piedi, si permettono di fare atti meschini e cattivi, credono di aver il permesso di poter opprimere gli altri solo perchè la loro grande stazza non glielo impedisce anzi gli facilita le cose!
Dovrei smetterla di arrovellarmi il cervello, ma lo sai come sono, mi faccio troppi problemi e a forza di pensare ai “mali del mondo” rinuncio alle cose che mi potrebbero far stare meglio e che potrebbero alleviare tutto il mio dolore…
Beh, a casa mia c’è poco da stare allegri: mio padre ci ha abbandonato e mia madre, per la pena si è messa a bere! Pensa che, da alcune settimane, LEI costringe ME ad andare da uno psicologo: crede che io debba superare questa brutta situazione anche se non ha capito che di mio padre, ormai, non mi importa nulla! Forse lei ne ha bisogno!
Ieri, poi, a scuola è andata peggio del solito e quando sono arrivato a casa c’era mamma già ubriaca che mi urlava contro e allora non ce l’ho fatta più: sono scappato, ho preso l’autobus, e sono andato lì, nel mio posto dell’anima. Ti ho già scritto di lui, ricordi?
Si tratta del bosco di San Francesco, ad Assisi. Sceso dall’autobus ho percorso alcuni tratti di strada per arrivare fino a quello che è il cuore di questo luogo… le cascatelle!
Appena ho cominciato a passeggiare nella quiete di quel posto, guardandomi intorno, sono stato inondato dalla bellezza e dall’unicità della natura che mi circondava. Pensa che gli alberi formano una sorta di galleria, il terreno è morbido e l’erba è verdissima.
Per puro caso ho scelto uno dei momenti migliori per andarci, cioè la fine dell’estate, quando le prime foglie cominciano a cadere dagli alberi, ma ci sono ancora molti fiori che rendono l’atmosfera quasi paradisiaca e non cupa e triste.
Adoro godere di questo posto e svuotare la mente da tutti i problemi.
Di questo luogo conosco ogni particolare: dalla maestosità degli alberi all’innocenza di un fiore. Poco prima di arrivare alle cascatelle si intravede il riflesso del sole nel fiumiciattolo e si sente il fruscio delle foglie, il canto degli uccelli e quello dell’acqua che scorre lentamente.
L’insieme di questi suoni crea come una melodia, una di quelle che non riesci a toglierti dalla testa. Questo luogo è la casa di tantissimi insetti magnifici, vedessi quante libellule… ma anche di animali di fiume come le rane, piccoli pesci e gamberetti. Ho persino visto un istrice andarsi a nascondere nell’erba alta. Ogni volta che arrivo in quello che è il cuore del bosco, mi scendono le lacrime: è un posto così bello… Riesce a farti smettere di pensare a qualunque cosa, il resto del mondo sembra scomparire. Se potessi ci appenderei un cartello “Il luogo dove sentirsi vivi come non mai”!
Arrivato lì, ho tolto le scarpe e ho immerso i piedi nell’acqua limpida del ruscello e, osservandola mentre veniva giù rapidamente, ho chiuso gli occhi e ho sentito un senso di libertà e serenità invadere la mia mente. Mi sono sentito in sintonia con la natura circostante, ho sentito di farne parte. Ero come rinato, come se la mia vita tormentata avesse trovato pace: in quel momento sono stato veramente felice.
Riaperti gli occhi, come dopo ore di sonno, ero stordito. Purtroppo anche le cose belle hanno una fine: stava facendo buio e, con la tristezza nel cuore, ho capito che era ora abbandonare il paradiso che mi circondava.
Allora ho pensato: come posso portare questa meraviglia con me?
Mi sono guardato intorno e con il cellulare ho scattato una foto: volevo portare via con me tutto quanto! Non ancora soddisfatto ho sciolto la bandana che porto al collo e ci ho appoggiato dei piccoli sassi e delle foglie. Mi sono alzato e, con i piedi ancora dentro l’acqua, e il mio tesoro in mano, ho sentito addosso un’energia strana: quando non potrò essere lì fisicamente sarà il bosco a venire da me. Ho deciso di stampare la foto e costruire una bella cornice con i sassi e le foglie. Questo pensiero mi ha rasserenato e sono tornato a casa, tenendo stretto in mano il mio antistress.
Caro diario non sarai più solo sul mio comodino!!!
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