Ho tanto desiderato finire le elementari e andare alle medie e ora, solo dopo quattro mesi, sono a casa e non posso frequentarle.
All’inizio è stato bello. Ero felice, ho esultato, poi, quando ho capito che si stava a casa perché la situazione in Italia era grave, ho cominciato ad avere paura.
A casa mi annoio in po’: non so cosa fare. Quando sono a scuola, il tempo vola e anche il pomeriggio passa in un attimo. La mamma cerca di spronarmi e si inventa lavoretti, ma io mi stufo subito. Ieri pomeriggio abbiamo fatto gli gnocchi e mi sono sporcato tutto di farina : è stato divertente.
Quando sono in classe mi sento più impegnato, soprattutto quando i professori mi danno degli incarichi.
In questo periodo in cui la scuola è chiusa forzatamente, i professori ci seguono da casa caricando nel registro elettronico delle attività da svolgere. Ma per me non è la stessa cosa. E’ più complicato: i compiti sono troppi ed è diverso rispetto a stare in classe e seguire le spiegazioni. Qui mi distraggo e mi perdo, soprattutto vedendo che mio fratello ha meno compiti .
La mamma mi ha raccontato che Albano e Romina cantavano “nostalgia, nostalgia canaglia, che ti prende proprio quando non vuoi….”
Nostalgia della scuola che non me l’aspettavo.
Mi manca il mio banco, ma soprattutto mi mancano i miei compagni e i loro sorrisi .
Mi manca la campanella della ricreazione e scoprire cosa mi ha messo la mamma per merenda.
Mi mancano le ore di palestra, perché, pur facendo attività fisica per conto mio, a scuola mi diverto tantissimo .
Mi mancano i professori, i loro richiami e le loro gratificazioni. Ho capito che bisogna godersi ogni giorno, anche quelli di scuola perché potrò ricordarli come i giorni più belli.
Nicolò Bonan, 1^G