Maura era lì, avanti alla scuola. Aspettava il suono della campanella e guardava da lontano tutti i suoi nuovi compagni di classe.
Si era trasferita a Berlino dalle lontane terre del Nevada con suo nonno ed il suo cane, Marea. Maura aveva quindici anni, era alta e magra, forse troppo. Aveva gli occhi verdi, le lentiggini sparse su tutto il naso, i capelli corti e riccissimi, rossi. Il suo naso era piccolo e a patatina e sosteneva occhiali con lenti spesse come due tavole di legno.
L’apparecchio per i denti la faceva sembrare ancora più secchiona agli occhi della gente ma in un certo senso era vero: lei era la tipica ragazza nerd che amava studiare e leggeva, anzi, divorava, decine di libri.
Non aveva mai avuto una migliore amica perché era molto timida.
Eccola lì: aveva il cuore che batteva all’impazzata, paura di come l’avrebbero giudicata, temeva di essere presa in giro, esclusa dal gruppo ma più di tutto, aveva paura di non riuscire a farsi dei veri amici.
Ad un certo punto suonò la tanto attesa campanella. Maura si diresse verso l’entrata, percorse a lunghi passi il corridoio, facendosi strada fra il flusso di scolari.
Giunse ad una porta colorata di giallo con fuori un cartellino di plastica con scritto: 2B.
Bussò e poi entrò. La accolse una voce gentile e affettuosa: “ Oh, ciao Maura. Ti stavamo aspettando. Io sarò la tua prof di lettere, la signorina Ratcliff. Siediti pure”.
Maura avanzò tra i banchi con il cuore in gola e andò a sedersi nell’ unico posto vuoto. Si sedette vicina ad una ragazza proprio uguale a lei: occhiali spessi, apparecchio ai denti e una valanga di libri sparpagliati sul banco. Maura tirò fuori il libro di lettere e la signorina Ratcliff iniziò la lezione. La prima ora passò in fretta; alla seconda entrò in classe la professoressa di ginnastica e tutti gli alunni si alzarono in piedi, salutando cordialmente la docente. Poi, uscirono tutti dalla classe in fila, per recarsi in palestra.
Gli studenti fecero riscaldamento correndo intorno al campo. Maura indossava i pantaloni della tuta ed una carinissima maglia con delle ciambelline colorate. Mentre correva le si avvicinò la ragazza con cui condivideva il banco. “Ciao, io mi chiamo Alyssa”. Maura era felice, ma allo stesso tempo in imbarazzo. “ Ciao” rispose a sua volta. “Sai, anche a me piace leggere”.
Le due ragazze parlarono e scherzarono per tutta l’ora di ginnastica, scoprendo di avere moltissime cose in comune.
Suonata la campanella andarono in spogliatoio. Mentre si cambiavano, si avvicinarono a Maura tre ragazze tutte ben vestite e con un sacco di trucco in faccia. Una di loro, la più bella e slanciata, esclamò : “ Wow, quanto ti invidio! Sei proprio negata in ginnastica! Stavamo giusto pensando che la tua maglietta ti calza a pennello: quelle ciambelle sono tutte ben riuscite e invece tu…sei come una ciambella mal riuscita, una ciambella senza buco!
Le tre ragazze se ne andarono ridendo e Maura rimase immobile, senza dire niente.
Alyssa si avvicinò a lei e le disse: “ Tranquilla, non preoccuparti di loro: sarai anche una ciambella senza buco ma a me piaci già!
Così, nacque un’amicizia fantastica e profonda tra Maura e Alyssa, di quelle che tutti vorrebbero avere: che importa se non tutte le ciambelle escono con il buco, l’importante è che siano buone!