L’affossamento del Disegno Di Legge Zan non solo ha cancellato un sistema che aggrava il reato di aggressione contro gli atti discriminatori basati su sesso, genere, orientamento sessuale, identità di genere e disabilità, ma ha anche posto una pietra affinché nelle scuole italiane venisse istituita una “Giornata nazionale contro l’omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia” per sensibilizzare sulle tematiche LGBT nelle scuole. In un paese come il nostro, dove perfino l’insegnamento dell’educazione sessuale è un tabù, sarebbe stato un passo avanti culturale notevole.   Penso che nelle scuole italiane ci sia molta ignoranza riguardo all’argomento lgbtqia+, questo perché ad oggi nei nostri istituti non esiste un sistema che introduca un’educazione LGBT.   Le iniziative a sostegno dell’inserimento di una “educazione LGBT” nelle scuole  italiane esistono già da diversi anni e procedono di pari passo con le reazioni avverse dei gruppi ultraconservatori. Nel 2017 il Comune di Roma ha iniziato un ciclo di rinnovamento inclusivo nella capitale suscitando subito le reazioni di organizzazioni tra le quali Articolo 26 e ProVita, degli insegnanti coinvolti e di quotidiani come “La Verità”, che parlarono di “indottrinamento gender”. Tuttavia, secondo l’UNESCO e Amnesty International, prevedere tali attività nei programmi formativi delle nostre scuole aiuterà i ragazza e i bambina in due modi: combattere il bullismo e sostenere l’accettazione di sé e delle persone giovani che scoprono di essere omosessuali o di far parte della comunità lgbtqia+. A tal fine per esempio, nel 2020 il Regno Unito ha incluso l’educazione LGBT nelle linee guida scolastiche del Dipartimento dell’Istruzione.   Testo rielaborato da Federico Mainolfi 3A ed estrapolato da https://vdnews.tv/article/perche-scuole-educazione-lgbt