di Francesco Di Palma, 2H
Si parla spesso tra ragazzi e non di bullismo, come se questo debba essere un fenomeno sulla bocca di tutti, ma che, in realtà, non debba colpire nessuno.
Eppure sono tanti coloro che in silenzio sopportano ingiusti pettegolezzi, finti e mirati a far divertire il prossimo! Perché questi stentano a parlare, a sfogarsi con qualcuno o, per meglio dire, a denunciare gli odiatori?
Certo, si ha paura, o almeno io questa paura l’ho provata e la provo!
E’ quella sensazione di sentirsi uno “spione”, uno contro il gruppo, una voce contro tutte.
Quante volte anch’io, pur di sentirmi accettato, ho sopportato inutili critiche e dicerie, per avere un po’ di attenzione!
Io, per primo, mi sono costruito una maschera sul volto, mi sono fatto etichettare dagli altri e ho contribuito a disprezzare chiunque cercasse di ostacolare le mie, le nostre azioni: le -nostre-, perché col passar del tempo si creano subdoli collegamenti tra le persone, si diventa servi, marionette in mano ad un unico padrone e il male comincia a dilagare in noi stessi.
Sì, perché l’errore non è nella vittima, ma in chi compie questi misfatti.
E seppur ci sarà qualcuno, che prenderà questa denuncia come nulla di che, sentendosi superiore ai fatti come un monte su una pianura, non bisogna trascurare che la vittima potrebbe essere il nostro migliore amico e questo l’ho capito, vivendolo sulla mia pelle.
Allora, perché il silenzio?