RIFLETTO :
ATTRAVERSO GLI OCCHI DI UN BAMBINO EBREO!
Avevi solo otto anni, eri soltanto un bambino, quando degli uomini strani entrarono in
casa tua e con dei modi burberi presero te e i tuoi genitori e vi portarono su un treno,
dove c’erano tanti altri uomini, donne e bambini.
Hai creduto che stavi per partire per un luogo sconosciuto, dove poter vivere una vita
migliore.
Lo hai creduto anche quando con la forza sei dovuto entrare in un luogo strano fatto
di capannoni e circondato da filo spinato.
Hai provato paura però, quando hanno portato via prima il tuo papà e poi la tua
mamma, hai sperato che fosse un incubo e più volte hai strofinato i tuoi occhi e
riempito di pizzicotti le tue tenere braccia, con la speranza di riaprire gli occhi e di
ritrovarti nella tua piccola casa, con i tuoi genitori. Invece ti sei ritrovato in uno
stanzone insieme a tanti altri bambini, dove vi è stato ordinato di spogliarvi e poi
come bestie siete stati buttati in un’altra stanza e mentre sentivi la chiave girare hai
capito che da lì non saresti più uscito vivo e come te tutti quegli altri bimbi.
L’unica colpa che avevi era quella di essere Ebreo, eppure non avevi nulla di diverso
da quegli uomini feroci, se non un cuore capace di battere e di provare amore. Mentre
pensavi a tutto ciò, l’aria si è fatta pesante… poi sempre più.
Hai visto i bambini intorno a te cadere come le foglie staccate da un soffio di vento
improvviso e poi anche i tuoi occhi hanno iniziato a chiudersi. Hai rivisto la tua
mamma e il tuo papà e poi più nulla… solo buio.
Il buio che ormai avvolge il mondo, un mondo che non conosce più la speranza e
l’amore ma solo odio e pregiudizi stupidi che sfociano in violenza e guerre.
Siamo uomini non bestie, ricordiamocelo che sotto la pelle, di qualunque colore essa
sia e di qualunque nazionalità siamo, abbiamo un cuore che è uguale e che batte.
Abbattiamo queste barriere, prendiamoci per mano, proviamo a salvare il nostro
mondo, tiriamolo fuori dalle tenebre e diamo spazio alla luce, siamo fratelli e mai più
deve succedere ciò che è successo altrimenti, DOBBIAMO VERGOGNARCI DI
ESSERE UOMINI.