di EMMA DELLA VEDOVA 3^ B . – Il 26 aprile 1986 a Chernobyl, città dell’attuale Ucraina, esplose il reattore n° 4 nel corso di un test “di sicurezza” provocando ondate di radioattività che si estesero in alcune Nazioni Europee compresa l’Italia.
Il terribile incidente nucleare si verificò per gli errori del personale che vi lavorava e furono causati per un difetto di progettazione che portò ad una esplosione e ad un incendio.
L’aumento di temperatura avvenne proprio al momento dell’estrazione ed inserimento delle barre di controllo che al loro contatto con l’aria provocarono un incendio seguito da un’ esplosione che comportò lo scoperchiarsi del reattore.
La conseguente nuvola che immediatamente si sprigionò risultò radioattiva e in poco tempo contaminò buona parte dell’Europa fino ad arrivare sule coste del Nord America.
Le autorità russe nascosero il disastro nucleare fino a quando non fu troppo evidente; poi il Governo Sovietico ammise che nella cittadina di Chernobyl c’era una quantità di radioattività mai registrata prima.
I primi soccorritori furono dei pompieri e non sapevano affatto che andavano incontro a morte certa e soprattutto i tre volontari che furono chiamati per svuotare le piscine sottostanti al ‘nucleo’ che si stava fondendo e che, se avesse raggiunto l’acqua, avrebbe causato un disastro peggiore, talmente grande che probabilmente adesso non ci sarebbe più l’Europa e parte della Russia.
Pensate che due di quei tre pompieri sono ancora vivi tutt’oggi e che sotto agli ospedali, nei quali furono portati i pompieri e gli operai che lavorarono dopo l’incidente di Chernobyl, ci sono ancora i vestiti contaminati coperti da uno strato di cemento.
Dopo aver evacuato la popolazione della zona rimanevano nelle abitazioni contaminate i cani e i gatti e perciò vennero mandati dei volontari per ucciderli tutti.
Per limitare la contaminazione dell’ambiente, il reattore è stato chiuso con una cupola di acciaio e di strati di cemento e dall’ora fu soprannominato “sarcofago”.
Purtroppo bisogna rilevare che oggi ci sono degli incoscienti che si recano a Chernobyl solo per fare delle stupide foto per pubblicarle sui social, ma facendo così si espongono all’alta radioattività che è ancora presente.