di Rebecca Lanzilao- La seguente relazione si riferisce all’incontro della nostra classe 3C, tenutosi nell’Aula Magna della nostra scuola, da una docente esperta in materia, che ci ha coinvolto nella spiegazioni delle atroci vicende accadute in passato al popolo Ebreo, vicende che hanno segnato in modo indelebile tutta l’umanità. Il termine Shoah si riferisce al periodo che inizia il 30 gennaio 1933 e finisce l’8 maggio 1945, in realtà da quando Hitler divenne Cancelliere fino alla fine della guerra in Europa. La cosiddetta Shoah, che in lingua ebraica significa ‘’distruzione”, annientamento di vite umane, dagli anni ’70 si impose, però, l’utilizzo del nome di Olocausto che significa “sacrificio di una vittima a Dio”. Il popolo ebraico, dalla diaspora è stato in un continuo migrare, esiliati da Israele hanno vagato per il mondo, ed arrivarono ad essere presenti in tutta Europa e già alla fine dell’800 le idee nazionaliste avevano iniziato a considerare, la razza ebraica, una razza inferiore, che avrebbe potuto rovinare la razza pura, ovvero quella tedesca, detta ariana, una razza che non aveva avuto alcun incrocio con nessun’ altra razza. La shoah era un vero e proprio strumento di distruzione a cui nessun ebreo poteva sfuggire dalla giustizia nazista. Esisteva proprio un capitolare delle Leggi redatto a Norimberga che annullava ogni diritto al popolo ebreo attraverso l’espropriazione di beni quali: proprietà, gioielli, lavoro, diritti e imprese e dopo questa fase gli ebrei furono allontanati dal resto della popolazione e deportati in campi di concentramento e poi sterminati. In effetti furono proprio le Leggi di Norimberga nel 1935, a dare il via alla prima fase del processo distruzione e cioè alla fase di “Definizione”, la prima delle tre fasi attuate. Il processo di distruzione dei nazisti conobbe quindi tre fasi ben precise:
Definizione
Concentrazione
Annientamento
Il Reichstag , fermamente convinto che la purezza del sangue tedesco fosse essenziale per il futuro del popolo tedesco e ispirato dalla inflessibile volontà di salvaguardare il futuro della nazione Germanica, all’unanimità, decise l’emanazione delle seguenti leggi.LE LEGGI DI NORIMBERGA
Articolo I
1. I matrimoni tra ebrei e cittadini di sangue tedesco o affini sono proibiti. I matrimoni contratti in violazione della presente legge sono nulli anche se per eludere questa legge venissero contratti all’estero.
2. Le procedure legali per l’annullamento possono essere iniziate soltanto dalla Procura di Stato.
Articolo II
Le relazioni extraconiugali tra ebrei e cittadini di sangue tedesco o affini sono proibite.
Articolo III
Agli ebrei non è consentito impiegare come domestiche donne di sangue tedesco o affini di età inferiore ai 45 anni.
Articolo IV
1. Agli ebrei è vietato esporre la bandiera nazionale del Reich o i suoi colori.
2. Agli ebrei è consentita l’esposizione dei colori giudaici. L’esercizio di questo diritto è tutelato dallo Stato.
Articolo V
1. Chiunque violi il divieto previsto dall’Articolo I sarà condannato ai lavori forzati.
2. Chiunque violi il divieto previsto dall’Articolo II sarà condannato al carcere o ai lavori forzati.
3. Chiunque violi i divieti previsti dall’Articolo III e dall’Articolo IV sarà punito con un anno di carcere o con una ammenda, oppure con entrambe le sanzioni.
Articolo VI
Il Ministro degli Interni del Reich, in accordo con il Vice Führer e il Ministro della Giustizia del Reich, emaneranno i regolamenti e le procedure amministrative necessarie per l’applicazione della legge.
Articolo VII
La legge entrerà in vigore il giorno successivo alla sua promulgazione ad eccezione dell’Articolo III che avrà effetto entro e non oltre il 1Gennaio 1936.
La discriminazione raggiunse il culmine nella notte tra il 9 e il 10 novembre 1938. Si trattava di una finta sollevazione popolare, in realtà organizzata, diretta e fomentata da esponenti del partito nazista, dalle milizie armate in camicia bruna, dalla «gioventù hitleriana» e coordinata dal collerico ministro della propaganda Joseph Goebbels, regista principale delle violenze ed anche il primo politico a capire la potenza dell’informazione e far sì che “il nazismo si insinuasse nella carne e nel sangue della folla”. Per convincere anche l’opinione pubblica della necessità di questa lotta, furono utilizzate le accuse di inquinamento della razza ariana, di arricchimento mediante lo sfruttamento del lavoro e l’attribuzione di colpa per le disgrazie economiche altrui. Già il 7 novembre, nei territori della Germania e dell’Austria, quest’ultima da pochi mesi annessa al Reich tedesco, così come di quella parte della Cecoslovacchia che stava cadendo sotto il cerchio nazista, erano iniziate manifestazioni antiebraiche, culminate in atti violenti fino all’omicidio di civili indifesi. Ad esse si erano accompagnati assalti e poi incendi ai danni delle sinagoghe, dei luoghi di riunione, dei commerci e delle abitazioni ove risiedevano cittadini ebrei. In un cupo crescendo, nelle ore e nei due giorni successivi si arrivò ad una escalation di violenze fino ad allora ancora senza pari. Nella mattinata del 10 novembre, l’intero territorio di lingua tedesca dell’Europa centrale, sottoposto alla signoria nazista risultava essere stato attraversato come da un terremoto, con non meno di 400 cittadini ebrei assassinati. Le vittime, calcolando anche quelle dei giorni immediatamente successivi, avrebbero poi raggiunto una cifra complessiva variabile tra i 1.300 e i 1.500 individui, nella quasi totalità maschi. Alla tragedia umana si accompagnavano le distruzioni materiali. Più di 1.400 luoghi di culto ebraici furono saccheggiati, devastati e poi in buona parte bruciati. La medesima sorte toccò ad una grande parte dei cimiteri e agli esercizi commerciali, in una sorta di vandalismo di Stato.Dal 1939 si organizzarono i ghetti che divennero la terra degli ebrei nel Reich (fase di concentrazione). Erano luoghi separati, divisi da barriere e stipati di gente ed in continuo afflusso dai i vari territori. I ghetti più grandi furono: Varsavia creato nel novembre 1940 per 470.000-540.000 persone su 3,36 km quadrati e Lodz nell’aprile 1940 per 200.000 persone su 4,14 km quadrati. Altri ghetti vennero costituiti a Cracovia nel 1941, Slobodka dove vennero trasferiti gli ebrei di Kovno nel luglio 1941 sopravvissuti agli stermini compiuti nei forti attorno alla città. A Terezin (Praga) venne ricavato il ghetto dalla città fortificata, dove fino al 20 aprile 1945 vennero deportati 140.000 ebrei. Doveva essere il ghetto “propaganda” da mostrare alle organizzazioni internazionali per smentire le voci dei crimini nazisti. Gli internati di Terezin finirono per la massima parte ad Auschwitz-Birkenau dove furono eliminati. Nei ghetti morirono circa 800.000 persone per fame e malattie.Fra la fine del 1941 e il 1942 Hitler dà il via alla cosiddetta «soluzione finale» che prevedeva la deportazione e lo sterminio totale di tutti gli ebrei d’Europa. (fase di annientamento).Vengono creati nuovi lager o ampliati campi di concentramento che saranno poi attrezzati allo stermino tramite camere a gas e forni crematori per l’eliminazione dei cadaveri. Per accelerare lo sterminio furono anche attrezzati impianti per emissione di gas su autobus e su vagoni ferroviari . Con inaudita ferocia, freddezza e disumanità vengono uccisi oltre 5 milioni di persone colpevoli solo di appartenere a una «razza» inferiore. Complessivamente 11 milioni morirono negli oltre 1600 lager nazisti costruiti in Germania e nei paesi conquistati dai nazisti. In realtà i nazisti cominciarono a sperimentare l’uso di gas tossici per le uccisioni di massa già alla fine del 1939 quando utilizzarono il monossido di carbonio puro, prodotto chimicamente, già utilizzato per eliminare i malati di mente nel “Programma Eutanasia” . Successivamente nel 1942, nei campi di sterminio utilizzarono il monossido di carbonio prodotto dai motori diesel e si cercò sempre di più ulteriori altri mezzi più efficaci, per lo sterminio, Nel campo di Auschwitz in Polonia, si condussero esperimenti con il gas ZYKLON B , un gas molto nocivo e molto rapido nelle uccisioni in quanto di maggiore intensità. Questo eccezionale capitolo della storia, così vicino ai nostri tempi, rischia di essere completamente cancellato dalla nostra memoria, dalle letture, dalle cronache ed ecco perché il Giorno della Memoria ci deve far rivivere quel tragico periodo proprio per non dimenticare le atrocità di una intera nazione nei confronti di un popolo.Concludo con le parole di speranza dal diario di Anna Frank volte al bene, all’amore, alla pace, alla vita che ritorna.“…….penso che tutto volgerà al bene, che tutta questa spietata durezza cesserà, che ritorneranno l’ordine, la pace, la serenità. Intanto io debbo conservare intatti i miei ideali; verrà un tempo in cui, forse, saranno ancora attuabili .”
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