Di Sara Bifulco- Anna Klaudia Fabbrocini-Marialuisa Prisco.Il 27 gennaio del 1945 le truppe dell’Armata Russa liberarono il campo di concentramento di Auschwitz, sancendo la fine dell’olocausto. La Shoah è il termine attribuito allo sterminio degli ebrei e di tutti coloro che si opponevano alle leggi razziali. Adolf Hitler, capo del partito Nazista, formulò e articolò i principi di quella che poi sarebbe diventata l’ideologia nel Nazismo. Egli si considerava un teorico profondo e sveglio con la capacità di comprendere un mondo estremamente complesso. Egli credeva che le caratteristiche fondamentali di un individuo fossero determinate dalla razza. Perchè proprio gli Ebrei? Bisogna tenere in considerazione due fattori: l’antisemitismo diffuso in Europa da secoli e la Germania in profonda crisi sia economica che politica. Hitler in questo clima di instabilità era intenzionato a trovare un nemico che avrebbe unito gli animi dei cittadini e trovò negli ebrei il bersaglio perfetto. Le unità di polizia tedesca uccisero gli ebrei nei campi di sterminio, tramite asfissia con gas tossico o, in certi casi, tramite fucilazione. Gli ebrei vennero recati nelle docce, inconsapevoli del fatto che stessero entrando nelle camere a gas, dove dopo pochi minuti le urla dolorose dei bambini innocenti e la respirazione pesante degli anziani divennero solo un assordante silenzio. Ciò che è stato non deve essere dimenticato, ma bisogna sempre trasmettere alle nuove generazioni ciò che avvenne in quegli anni