di Giulia Rosato 1^ C. – Ho deciso di scrivere un articolo su Peggy Guggenheim in ricordo della sua scomparsa avvenuta quarant’anni fa proprio qui a Venezia, dove decise di vivere stabilmente dal 1949. Dopo essermi documentata ecco l’articolo dedicato a questa straordinaria persona che ha amato molto Venezia.
E’ stata una famosa collezionista di opere d’arte americana che ha segnato profondamente la storia della cultura veneziana, non solo a livello artistico ma anche come regina di stile e divenne ben presto icona di nuovi ideali.
Nacque nel 1898 a New York da una ricca famiglia di origini ebraiche proveniente dalla Svizzera.
Fondò il famoso Guggenheim Museum di New York e costruì la sua fortuna economica grazie all’attività di estrazione nelle miniere di rame ed acciaio.
Il padre di Peggy purtroppo morì nel 1912 nel famoso naufragio della nave Titanic nell’Oceano Atlantico mentre faceva ritorno dall’Inghilterra.
Sin da giovane Peggy era attratta dalla pittura e dall’arte in ogni sua forma e ben presto entrò in contatto con alcuni dei più famosi intellettuali ed artisti del tempo così questa sua passione la condusse a poco a poco a diventare una collezionista d’arte.
Nel 1939 affascinata dalle nuove correnti letterarie e artistiche di Avanguardia e Futuriste, si trasferì a Londra, dove subito dopo inaugurò con molto orgoglio la sua ‘casa-museo’ nonostante mostruosa e feroce guerra che in quel periodo attanagliava l’Europa intera.
Tra i suoi tesori ricordiamo numerose opere di Picasso, Dalì, Mondrian e Pollock.
Nel 1948 decise di stabilirsi a Venezia in quanto con questa città fu amore a prima vista e proprio qui decise di esporre la sua collezione alla Biennale d’Arte.
Per questo evento acquistò quella che diventerà la sua dimora definitiva cioè il Palazzo Venier dei Leoni sul Canal Grande, sede oggi della Peggy Guggenheim Collection, diventata famosa in tutto il mondo.
Della città di Venezia amava dire: “Si è sempre dato per scontato che Venezia sia la città ideale per una luna di miele ma non solo, è un grave errore: vivere a Venezia o semplicemente visitarla, significa innamorarsene e nel cuore non resta più posto per altro”.
La nipote Karol Vail, attuale curatrice del museo, descrive la nonna Peggy come una donna schietta, molto affettuosa, con una educazione rigida tipica di quel tempo ma che sicuramente avrebbe apportato una ventata di novità alla città durante gli anni bui della Seconda Guerra Mondiale.
La sua casa infatti diventò nei successivi anni ’50 -’60 centro di feste in onore dell’arte e della cultura dove si potevano intrecciare anche liberi scambi di nuove idee politiche ed economiche.
Fu davvero una donna sicuramente stravagante sia negli ideali che nell’aspetto infatti era particolare e nuovo il suo stile non soltanto nel vestire ma curava anche l’abbinamento della scelta degli accessori e il coordinamento persino degli occhiali.
Amava girare in gondola ed era sempre circondata dai suoi cari ed amati cani pechinesi e per questo motivo era vista dai veneziani dell’epoca con una certa diffidenza.
Proprio per la sua attitudine nel ricercare i talenti più virtuosi del suo tempo, ben presto riuscì, aprendo il grande giardino di casa sua a tutti, rendendo in tal modo l’arte accessibile a chiunque, così a diventare non soltanto una grande collezionista ma una vera e propria una mecenate.
Nella sua ‘casa – museo’ presente in città si trovano alcune delle più famose opere rientranti nel Cubismo, nell’Espressionismo e nell’Avanguardia tutte in uno spazio “di famiglia” che rende la figura di Peggy unica quasi fino ad arrivare a considerarla “l’ultima Dogaressa”.