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Pasqua in cucina

di | 2019-01-30T22:16:14+01:00 30-1-2019 21:10|Alboscuole|0 Commenti
di Alice Mazzucco, Alessia Passaretti, Antonio Castaldo, Giuseppe Izzo, Luigi Ficociello (2^D) –  ——-IL CASATIELLO  –  Il casatiello  è una preparazione rustica   del menu di Pasqua – INGREDIENTI: Acqua10g Sale 15g Farina 00 650g Pepe nero q.b. Strutto 25g. Olio extravergine d’oliva 25g – PER IL RIPIENO: Salame napoletano 150g Pecorino 150g -PER DECORARE: Uova 4 PROCEDIMENTO: Sciogliere il lievito di birra fresco in acqua a temperatura ambiente. Unire l’olio e lo strutto. Iniziare a lavorare gli ingredienti e poco per volta aggiungere metà della dose di farina. Una volta che la farina sarà assorbita unire il sale. Unire la farina rimasta e continuare a lavorare. L’impasto dovrà avere una consistenza morbida, ma non eccessivamente. Una volta terminata la lavorazione sul piano di lavoro dare una forma sferica. Tagliare il salame e il pecorino a cubetti. Con un coltello eliminare la crosta dal Pecorino e realizzare dei cubetti sempre piuttosto grossi come quelli del salame. Prelevare  un pezzetto di impasto (circa 80 grammi), appiattirlo leggermente, aggiungere i cubetti di Pecorino e salame sull’impasto , e lavorarlo con le mani fino a quando tutti gli ingredienti saranno incorporati. Spolverizzare il tutto con abbondante pepe nero ed impastare in modo da farlo assorbire. Maneggiare l’impasto per estenderlo a filoncino. Prendere uno stampo a ciambella (24 cm di diametro) e imburrarlo; posizionare il filoncino realizzato all’interno dello stampo unire e sigillare le due estremità. Disporre verticalmente   le uova crude in 4 punti ben distanziati, poi  riprendere l’impasto messo da parte e  formare 8 filoncini da posizionare a croce sulle uova per ingabbiarle. Ricoprire il casatiello con un canovaccio pulito e lasciare lievitare. Una volta che il volume sarà quasi raddoppiato cuocere il casatiello napoletano in forno statico preriscaldato a 170° per 75 minuti, nel ripiano più basso del forno. – LA PASTIERA – La pastiera è il dolce pasquale per eccellenza del territorio aurunco. La pastiera è una torta di pasta farcita con un impasto a base di ricotta, frutta candita, zucchero, uova e grano bollito nel latte. La pasta è croccante mentre il ripieno è morbido.  Nella ricetta classica gli aromi utilizzati sono cannella, canditi, scorze d’arancia, vaniglia e acqua di fiori d’arancio  Le massaie aurunche la preparano di solito il giovedì santo o il venerdì santo. – Pastiera di grano – – INGREDIENTI: – Pasta –  Farina 00 315 g Strutto  freddo 180 g Zucchero 135 g 3 tuorli d’uovo – Per la cottura del grano –  Latte intero 250 g Grano cotto 350 g Strutto 30 g Scorza di limone 1  – Per la crema – Ricotta vaccina Zucchero 350g 3 uova Cedro candito 50g Arancia candita 50g Acqua di fiori d’arancio 15g 1 pizzico di cannella in polvere 1 baccello di vaniglia – PER UNGERE E INFARINARE LO STAMPO  – Strutto q.b. Farina 00 q.b.   – PROCEDIMENTO: In una ciotola versare la farina e lo zucchero, poi unire lo strutto e iniziare ad impastare a mano. Non appena si ottiene un composto sabbioso unire anche i tuorli. Lavorare nuovamente con le mani. Continuare a lavorare l’impasto su un piano da lavoro, fino a ottenere un panetto liscio ed uniforme. Avvolgere l’impasto nella pellicola per alimenti e lasciare riposare per un’ora in frigorifero. Versare il latte in una pentola, aggiungere il grano precotto, lo strutto e la scorza del limone grattugiata. Far  cuocere per circa 20 minuti a fuoco medio fino ad ottenere un composto cremoso; lasciare raffreddare. Preparare la crema. In una ciotola setacciare sia la ricotta, unire  lo zucchero e mescolare con una frusta o con una spatola. Aggiungere poi le uova, il grano ormai freddo, i semi della bacca di vaniglia; l’arancia e il cedro candito insieme ad un pizzico di cannella e all’acqua  fiori d’arancio. Mescolare il tutto per amalgamare tutti gli ingredienti. Ungere con lo strutto e infarinare uno stampo in alluminio da pastiera da 20 cm alla base e 26 cm in superficie. Stendere la pasta con il matterello fino ad ottenere uno spessore di circa mezzo cm.; rivestire lo stampo. Eliminare poi l’eccesso di pasta con un coltellino e impastarlo nuovamente (servirà per realizzare le strisce). Versare poi la crema nello stampo. Tagliare le strisce larghe circa 1 cm e mezzo con una rotella taglia pasta e posizionarle, a metà cottura, sulla pastiera prima in un verso e poi nell’altro. Cuocere in forno statico preriscaldato a 180° per circa 80 minuti – Pastiera di riso –  Riso 50 g Latte 1 l 10 tuorli zucchero 400g rum cannella q b Ricotta 350 g – Pasta frolla –  Farina 300 g Buccia di limone grattugiata Burro 150 g Zucchero 150 1 tuorlo+ 1 uovo intero Setacciare la farina in una grande ciotola. Al centro mettete il burro freddo di frigo tagliato a dadini, le uova, lo zucchero e la buccia grattugiata di un limone. Impastare gli ingredienti molto velocemente . Formare un panetto e lasciatelo riposare in frigo per circa mezz’ora, coperto con un canovaccio oppure avvolto nella pellicola trasparente. Mettere il latte in una pentola, aggiungere il riso e cuocere a fuoco lento; a metà cottura aggiungere lo zucchero. Togliere dal fuoco e far raffreddare. Aggiungere uova sbattute con  ricotta setacciata, cannella, rum,  vaniglia. Stendere la frolla e foderare uno stampo imburrato. Versare il ripieno e infornare in forno già caldo a 180 gradi. A metà cottura poniamo sul ripieno  strisce di pasta frolla incrociate. Rimettiamo in forno per 40 minuti. – La frittata di 101 uova – La frittata di 101 uova è una tradizione pasquale di Casale di Carinola e di tutto il carinolese. La base è costituita da uova, che possono essere più o meno sbattute. All’impasto ancora crudo vengono aggiunti altri ingredienti, come ad esempio formaggio di pecora, salsiccia secca, asparagi selvatici, pepe e sale. L’impasto viene lentamente cotto nella sartania, una padella di rame con il manico molto lungo che le donne del paese, ancora, portano in dote. –  IL BACCALÀ-  A Sessa Aurunca, durante i Venerdì di Quaresima e, soprattutto, la sera del  Venerdì  Santo,  in  ogni  casa,  in  ogni  locanda  e  ristorante,  la  tradizione  vuole  che si serva il baccalà. Viene  cucinato  in  ogni  modo:  fritto,  in bianco ed in umido.