//PARITA’ DI GENERE? LE DONNE DISCRIMINATE ANCHE NEL LAVORO

PARITA’ DI GENERE? LE DONNE DISCRIMINATE ANCHE NEL LAVORO

di | 2020-01-21T17:59:52+01:00 21-1-2020 17:55|Alboscuole|0 Commenti
Da tempo si parla della “questione femminile” e di “parità di genere”. Certamente molto è cambiato nella considerazione del ruolo della donna e dei suoi diritti. Negli ultimi anni sono stati fatti molti passi in avanti sulla strada dell’emancipazione femminile. In realtà, però, è ancora molto diffusa una mentalità maschilista che discrimina la donna o la confina in una posizione subalterna. Per non parlare dei tanti, troppi, casi di femminicidio che a tutt’oggi riempiono le cronache. Ma anche nel campo del lavoro le donne risultano penalizzate. A dirlo è il Censis attraverso una mostra fotografica: in Italia le donne che lavorano sono 9.768.000 e rappresentano il 42,1% degli occupati complessivi. Con un tasso di attività femminile del 56,2% siamo all’ultimo posto tra i Paesi europei, guidati dalla Svezia(81,2%). Le donne italiane sono molto lontane anche dal tasso di attività maschile, pari al 75,1%. E sono indietro anche nel tasso di occupazione, che nella fascia di età 15-64 anni è del 49,5% per le donne e del 67,6% per gli uomini. Nel confronto europeo riferito alla fascia d’età 20-64 anni, il tasso di occupazione femminile in Italia è del 53,1%, migliore solo di quello della Grecia. Nell’ultimo anno il tasso di disoccupazione in Italia è pari all’11,8% per le donne e al 9,7% per gli uomini. Ma tra le giovani di 15-24 anni si arriva al 34,8 mentre per i maschi della stessa età si ferma al 30,4%. In questo caso è abissale la distanza con l’Europa, dove il tasso medio di disoccupazione giovanile per le donne è del 14,5%. In Germania scende al 5,1%, nel Regno Unito al 10,3%, in Francia è pari al 20%. Noi siamo penultimi, seguiti solo dalla Grecia (43,9%).Le donne manager in Italia sono solo il 27% dei dirigenti: un valore molto al di sotto di quello medio europeo (33,9%). Non solo le donne sono sottorappresentate nelle posizioni di vertice, ma quando lavorano spesso svolgono mansioni per cui sarebbe sufficiente un titolo di studio più basso di quello che possiedono. Del resto, il 48,2% degli italiani è convinto che le donne, per raggiungere gli stessi traguardi degli uomini, debbano studiare più di loro. Appare evidente da questi dati (e perciò abbiamo scelto tema) che un tale problema influisce sulla situazione economica e rivela lo spreco di risorse economiche ed umane. Ciò si collega alla battaglia dei diritti delle donne. E’ possibile che ancora oggi, in un paese democratico e moderno come l’Italia, ci siano ancora disuguaglianze tra uomo e donna? Se lo dovrebbero chiedere tutti. Ed anche gli uomini ne dovrebbero prendere coscienza. Soprattutto i giovani. Antonio Cesaro, Gianluca Fabozzo, Gabriele Motta, Antimo Sagliocco (4^ E)