Leone I Magno è stato il 45° vescovo di Roma e Papa della chiesa cattolica. Fu consigliere di Celestino I e di Sisto III, inviato da Valentino a pacificare le Gallie, venne eletto papa nel 440 circa. Fu un papa energico, si oppose conforza contro le sopravvivenze del paganesimo; combatté manichei e priscillanisti. Intervenne d’autorità nella polemica cristologica, convocando il concilio ecumenico di Calcedonia, nel quale si proclamava l’esistenza in Cristo di due nature, quella divina e quella umana.
Nel 452 fu designato dal debole imperatore Valentiniano III a guidare l’ambasceria romana inviata ad Attila. I particolari della missione furono oscuri: è solo che il re degli Unni, dopo l’incontro con la delegazione abbandonò l’Italia. Quando Genserico nel 455 entrò in Roma, Leone ottenne dai Vandali il rispetto della vita degli abitanti, ma non poté impedire l’atroce saccheggio della città di Roma.
Dotato di un alto senso di rispetto del pontificato romano, diede importanza all’autorità del vescovo di Roma. Compose anche preghiere contenute nel “Sacramentario Veronese”. Benedetto XIV, nel 1754 lo proclamò dottore della Chiesa, E’ il primo papa che ebbe il titolo di Magno (Grande).
Nato in Toscana, fu dapprima a Roma diacono e poi, elevato alla cattedra di Pietro, meritò a buon diritto l’appellativo di Magno sia per lo svolgimento della sua attività di Papa, sia per aver sostenuto attraverso i suoi legati nel Concilio Ecumenico di Calcedonia la retta dottrina sull’incarnazione di Dio.
Nel 440 c’è in Gallia quasi una guerra civile tra le due più alte autorità romane: il generale Ezio e il prefetto del pretorio Albino. Il potere imperiale è così debole, che per pacificarli si manda un uomo di Chiesa: il diacono romano Leone. Questi va e riconcilia i due. Poi apprende che papa Sisto III è morto e che è stato già eletto lui, Leone.
Nei suoi 21 anni di pontificato passano 4 imperatori: uno cacciato subito (Avito) e gli altri ammazzati: Valentiniano III, Petronio Massimo e Maggioriano. L’Impero è in agonia e la giovane Chiesa è travagliata da scontri e discordie.
Con l’energia e la persuasione, Leone rafforza in Occidente l’autorità della Sede papale, e affronta duri contrasti nella dottrina. L’abate orientale Eutiche, influente a Costantinopoli, sostiene che in Cristo esiste una sola natura, contro la dottrina della Chiesa sulle due nature, distinte ma non separate, nella stessa persona. E ottiene che l’imperatore Teodosio convochi nel 449 un concilio a Efeso (Asia Minore). Ma qui parlano solo gli “eutichiani”, senza ascoltare i rappresentanti di Leone. Negando validità a questo concilio, il Papa persuade il nuovo imperatore Marciano a fissarne un altro nel 451. E’ il grande concilio di Calcedonia (presso Bisanzio) che approva la dottrina delle due nature di Gesù. Non tutti però ne accettano le decisioni.
Intanto l’Occidente vive tempi di terrore. L’Impero non ha più un vero esercito; e gli Unni di Attila, già battuti da Ezio nel 451, si riorganizzano in fretta, piombano sull’Alta Italia nel 452.
Lo Stato impotente chiede a papa Leone di andare da Attila con una delegazione del Senato. S’incontrano presso Mantova, e Leone convince il capo unno a lasciare l’Italia, anche col pagamento di un tributo (la leggenda parlerà poi di una visione celeste che terrorizza Attila). Tre anni dopo, i Vandali d’Africa sono davanti a Roma col re Genserico. A difendere gli inermi c’è solo Leone, che non può impedire il saccheggio; ma ottiene l’incolumità dei cittadini ed evita l’incendio della città.
Papa Leone I è un romano antico (forse anche di nascita) che sente fortemente la responsabilità di successore di Pietro. Arricchisce la Chiesa col suo insegnamento; chiede obbedienza ai vescovi, ma li sostiene col consiglio personale, li orienta, nello splendido latino dei suoi scritti, per mantenere con costanza la giustizia e offrire il perdono, quando necessario.
Non si hanno notizie sugli ultimi tempi della sua vita. Gli storici affermano che governò 21 anni, un mese e 13 giorni. I suoi romani lo chiamano “Leone Magno”, il Grande.
C. Sardella 1^H