Daniela Esposito IV E
Il 27 Gennaio, data scelta per commemorare la “Giornata della Memoria”, l’Armata Rossa liberò il campo di Auschwitz. In Italia è stata presa in considerazione anche la data del 16 ottobre, giorno in cui è stato liberato il ghetto di Roma.
I deportati nei campi di concentramento sono stati 13 milioni, tutto è iniziato con la persecuzione degli Ebrei, questi erano una minoranza facile da individuare e catturare, gli Ebrei sono diventati velocemente un capro espiatorio, infatti, l’antisemitismo era molto più forte dove gli Ebrei non c’erano e quindi si poteva usare questo termine per attribuire una qualsiasi colpa. Oltre agli Ebrei sono stati deportati anche minoranze Sinte e Rom, anche loro celebrano la liberazione della loro gente il 27 Gennaio, anche se il termine usato è Porajmos (grande divoramento).
Oltre a queste minoranze etniche sono stati deportati anche omosessuali e antifascisti.
A parlare dell’orrore di quei tristi giorni sono stati i sopravvissuti come Alberto Mieli, deportato nel campo di Auschwitz, egli ha affermato:< Ho visto le SS prendere i bambini che soffrivano per il freddo, presi per i piedi fatti dondolare sei o sette volte, poi, li tiravano in aria e sparavano finché non ricadevano al suolo>.
Mieli, così come altri prigionieri, ha iniziato a parlare degli orrori vissuti solamente anni dopo la Liberazione, in quanto si tendeva a sdrammatizzare il problema.
Le SS usavano i bambini anche per gli esperimenti che venivano condotti dai medici nazisti, come ci raccontano Tatiana e Ambra, due sorelle che all’epoca avevano 6 e 4 anni. Esse scrivono :< Nella nostra baracca veniva ogni tre o quattro giorni un medico a prendere dei bambini, e per noi era diventato normale non vederli più. >
Queste due sorelle, sono state salvate durante il primo smistamento grazie alla loro somiglianza fisica, infatti esse furono scambiate per gemelle e salvate perché a Joseph Mengele servivano coppie di gemelli per i suoi esperimenti. La sorte è stata meno fortunata con Sergio de Simone, bambino napoletano deportato all’ età di sette anni, il fratello ci racconta la sua storia< Sergio è stato deportato insieme ai miei genitori e alle mie cugine, hanno viaggiato per due giorni, arrivati al campo di Risiera di San Sabba, Sergio e le sue cugine, scambiati per gemelli, vengono scelti e portati ad Auschwitz. Qui Simone e altri bambini furono sottoposti a più riprese all’inoculazione del bacillo della tubercolosi, causando la rapida diffusione della malattia. Verso la fine di Aprile, i 19 bambini sottoposti all’esperimento furono trasferiti nella scuola amburghese di Bullenhurser Damm. Dove i bambini vennero anestetizzati e impiccati, i loro corpi erano così leggeri che le SS hanno dovuto appendersi sotto i corpicini per fare da contrappeso.
La mia famiglia ed io per anni non abbiamo saputo la sorte di mio fratello, quando ci hanno da Amburgo, mia madre ha pianto per giorni, e poco tempo dopo è morta, non è riuscita a sopportare la scoperta della morte così dolorosa di suo figlio.>
Oggi in quella scuola ci sono delle lapidi con le foto e i nomi dei bambini che sono stati uccisi così barbaramente quel giorno, così che, finalmente quei corpi, per così tanto tempo, dimenticati possano riposare in pace.