“OH Harriet” è un racconto contemporaneo che narra una vicenda reale avvenuta a metà del 1800. È stato scritto da Francesco d’Adamo.
Al centro della vicenda vi è la storia di una schiava nera del Maryland, la stessa che da il titolo al testo, Harriet. Le informazioni su di lei sono state raccolte da un giornalista, Billy Bishop, il quale si è recato dalla signora per un’intervista.
Durante la lunga chiacchierata, l’anziana signora ripercorre la sua dolorosa infanzia: lei era una dei tanti fratelli di una famiglia di colore, tutti obbligati a lavorare per i padroni bianchi. Alcuni di essi vennero venduti e questo provocò una grande sofferenza per l’intera famiglia.
Un giorno, un venditore dell’emporio in cui Harriet si era recata, le tirò un grosso peso in testa e da quel momento, la povera Minty 8il suo nome di battesimo) visse tormentata da frequenti e dolorose emicranie, svenimenti e visioni.
Harriet sfruttò questo incidente, a volte, per non svolgere i lavori più pesanti; appariva malata e un po’ matta agli occhi dei padroni che la lasciavano più libera da incombenze. Così, la ragazza conobbe Doc Martin, un “guaritore” che si dimostrò amichevole e disponibile nei suoi confronti. L’uomo le diede consigli su come seguire le stelle e il nord, su come orientarsi in caso di allontanamento. Con queste informazioni, una notte Harriet trovò il coraggio di scappare, in compagnia dei suoi fratelli.
Il viaggio fu pieno di pericoli, difficoltà, sofferenze, tanto che i suoi fratelli, spaventati, decisero di tornare indietro, dai padroni bianchi. Si erano comportati come uccellini in gabbia, non avevano saputo apprezzare la libertà.
Harriet, invece, proseguì e arrivò a Philadelphia dove la schiavitù era già stata abolita. Trovò la libertà.”…che cosa prova uno schiavo nell’attimo in cui oltrepassa una linea di confine e si rende conto di essere diventato un uomo libero?… Gloria su tutto.”
La donna riuscì poi ad organizzarsi assieme ad un gruppo di presone che credevano nella giustizia e nell’uguaglianza e liberò molti schiavi, preparando e partecipando a decine di spedizioni lungo l’Underground Rail Road. Il più tenace dei suoi alleati fu John Brown che sacrificò la sua stessa vita.
Tutta la famiglia di Harriet venne liberata e successivamente moltissimi altri gli schiavi.
Harriet morì il 10 marzo 1913 ; dopo averla conosciuta Billy visitò l’America del sud e denunciò le violenze e le discriminazioni ancora in atto contro i neri mentre la sua fidanzata, Mary Ann, si batté per il voto alle donne. I due assisteranno ad un discorso passato alla storia: “I have a dream”.
A nostro avviso il racconto riesce a trasmettere al lettore le sofferenze, le ingiustizie, il significato di pregiudizio. La schiavitù dei neri era un fenomeno diffuso nell’ America del sud; qui essi lavoravano nelle piantagioni e vivevano nella paura che ogni giorno potesse essere l’ultimo.
Il racconto ci è piaciuto molto e lo consiglieremmo perché ci ha offerto emozioni molto forti, dalla rabbia che emerge quando un uomo o una donna nera devono sottostare a soprusi perpetrati dall’uomo bianco fino alla felicità, la gioia di sapere che tantissime vite sono state salvate dallo spirito guerriero di Harriet e da tutti coloro che si sono impegnati con lei: “Io non ho mai lasciato indietro nessuno”.