Di Alice Imparato 3^D
Sembra ieri: uscivo di casa la mattina del 9 settembre 2019, pronta per il primo giorno nella nuova scuola. Ricordo la paura, l’ansia, ma anche la felicità e l’emozione che provavo in quel momento. Stava per iniziare una nuova fase della mia vita, una fase tanto attesa, ma che mi spaventava e che forse tutt’ora mi spaventa. Entrare a far parte del mondo del liceo è un po’ il sogno di tutti gli adolescenti: si diventa grandi, si affrontano le prime vere “difficoltà”, si fanno nuove amicizie e si vivono momenti che non verranno mai dimenticati.
Ricordo quando ho sentito la prima campanella suonare: gruppi di ragazzi che correvano verso l’entrata e che, un po’ tristi e un po’ felici, stavano per iniziare un nuovo anno scolastico.
Noi matricole eravamo tutte lì, nell’atrio, ad aspettare che ci venisse indicata la nostra aula. Tante facce nuove intorno a me: sorrisi, volti preoccupati, urla di felicità, timidi abbracci con i compagni appena conosciuti.
Quando ho visto per la prima volta i miei amici ero timorosa perché non conoscevo nessuno e avevo paura di non trovarmi bene. Ricordo le loro facce impaurite, i sorrisi per nascondere l’ansia, la voglia di conoscersi e di farsi forza a vicenda.
Il primo periodo di scuola è stato davvero bello: la prime interrogazioni, le litigate con i compagni, le colazioni al bar prima di entrare, le uscite serali con la classe.
Poi, a Marzo 2020, le cose sono cambiate di colpo. È iniziata la pandemia causa Covid-19 ed una nuova realtà ha stravolto all’improvviso la nostra vita. È iniziato un periodo difficile, di lontananza dagli amici, di lezioni tramite computer, di isolamento dal resto del mondo, di desiderio forte di ritorno alla normalità; giornate trascorse in casa ad ascoltare i notiziari che ci informavano su situazioni sempre più drammatiche.
Tutto intorno a me era diverso. Per tre lunghi mesi la mia vita, come quella di tutte le altre persone, sembrava si fosse fermata.
Alla chiusura dell’anno scolastico il numero dei contagi era diminuito e un’atmosfera di speranza e positività faceva intravedere la fine del periodo buio. Le cose, purtroppo, non sono andate così e a metà Agosto, proprio quando gran parte della popolazione si preparava per le vacanze estive, la situazione è precipitata di nuovo: aumento dei contagi, chiusura, isolamento sociale.
Il secondo anno di liceo è, perciò, cominciato con il ritorno in classe, ma niente era più come prima: banchi singoli, mascherine, niente più abbracci e baci di saluto, niente più scambi di quaderni, penne e “gustose merendine”. Nonostante tutte queste limitazioni, la normalità sembrava lentamente tornare. Ero felice in quel momento e speravo davvero che tutto sarebbe, prima o poi, tornato come prima. Purtroppo, però, l’illusione è durata poco: ben presto siamo tornati a fare lezione da casa, lontani gli uni dagli altri e la situazione sembrava addirittura peggiorata.
Quest’anno è stato molto difficile: una continua altalena tra lezioni a distanza e brevi periodi di scuola in presenza. Momenti brutti, di sconforto si alternavano a momenti di speranza, trascorsi con i miei amici e con la mia famiglia.
Così il mio biennio è trascorso ed io, nonostante tutto, sono felice, felice perché, malgrado le tante difficoltà che si sono presentate, sono stati due anni pieni di emozioni, belle e meno belle.
A settembre 2021 sicuramente cambieranno tante cose e questo un po’ mi spaventa. Non so cosa mi aspetta: non so se tornerò ad abbracciare le persone a cui voglio bene, non so se potrò ammirare i sorrisi della gente intorno a me e non continuare ad immaginarli nascosti dietro una mascherina. Non so se tornerò tutti i giorni a scuola con i miei amici, non so se potrò condividere con loro le gioie e i dolori, stringendoci in un abbraccio.
L’incertezza per il futuro spaventa sempre e in questo periodo di pandemia spaventa ancora di più, ma non bisogna abbattersi. Bisogna vivere intensamente il presente, godendo delle piccole gioie e della quotidianità che ci dona, lasciando che il tempo passi e che porti via con sé il ricordo dei momenti difficili.