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Siamo Danilo e Andrea, due amici con una passione condivisa per la natura e, in particolare, per le piante. La botanica, che rappresenta lo studio delle piante e della loro importanza fondamentale negli ecosistemi della Terra, è il nostro campo di interesse.
Oggi vorremmo condividere con voi alcune informazioni sull’Euphorbia Helioscopia, una pianta affascinante che merita attenzione.
L’Euphorbia helioscopia, nota anche come Euforbia calenzuola, è una pianta che appartiene alla famiglia delle Euphorbiaceae. Questa famiglia include molte specie di piante diverse, alcune delle quali sono molto comuni. L’Euphorbia helioscopia si trova in molti luoghi del mondo, come l’Africa, l’America, l’Asia, l’Australia e l’Europa.
Il nome “helioscopia” ha origine greca e significa “che guarda il sole”. Questo nome è stato scelto perché le infiorescenze della pianta, cioè la parte dove si trovano i fiori, tendono a orientarsi verso il sole durante il giorno, proprio come fanno i girasoli. La pianta è di piccole dimensioni, con un’altezza che varia dai 10 ai 40 cm, e ha un fusto cilindrico, con foglie semplici, obovate (a forma di uovo rovesciato) o obcuneate (a forma di cuneo), disposte in modo opposto o a spirale lungo il fusto.
Le infiorescenze rappresentano una caratteristica distintiva delle euforbie. Queste strutture sono composte da cinque brattee, ovvero foglie che assumono forme e funzioni diverse per adempiere a specifici compiti. Nel caso di questa pianta le brattee, che sono di colore verde chiaro, si uniscono a formare una campana che circonda e protegge i fiori. I frutti, chiamati coccari, sono capsule che si aprono in tre parti distinte, ognuna contenente un singolo seme.
Un aspetto importante da ricordare dell’ Euphorbia helioscopia è il suo lattice bianco, un liquido appiccicoso prodotto dalla pianta. Questo lattice viene rilasciato quando la pianta subisce un danno, come una rottura o un taglio. È essenziale maneggiare questa pianta con cura, poiché il lattice può causare irritazione alla pelle e può essere velenoso se ingerito.
Andrea Gensano – Danilo Mannone