di Angela Asselti – classe II sez. H
In questo periodo tutti abbiamo bisogno di una persona con cui parlare, con cui sfogarci o a cui confidare le nostre emozioni e sentimenti.
E’ un momento molto delicato per tutta Italia, ma se si vuole essere collaborativi bisogna stare a casa.
Purtroppo non tutte le persone prendono coscienza che si tratta di una vera e propria pandemia, sono superficiali e lo dimostrano continuando ad uscire come se niente fosse.
Non hanno preso coscienza che la loro superficialità diventa un’arma mortale per se stessi ma soprattutto per gli altri .
Noi ragazzi non stiamo andando a scuola e stiamo sperimentando sulla nostra pelle una nuova esperienza, ovvero, la didattica a distanza, che consiste nell’interagire con i professori e con i propri compagni di classe virtualmente.
Tutto questo però emana una nostalgia, poiché non si provano più le stesse emozioni di prima: la mattina quando ci si alzava presto, per andare a scuola a piedi e godersi, durante il tragitto, la bellezza della natura e magari la felicità di incontrare qualche amico o amica con la quale parlare durante il percorso. I lunghi dialoghi mentre si aspettava che la campanella divella prima ora suonasse in modo che i professori ci facessero entrare in classe.
Gli abbracci con il proprio compagno di banco , la speranza che la campanella d’inizio intervallo suonasse subito per poter parlare un pò con il proprio gruppo di amici, i lamenti durante le lezioni di educazione fisica, le risate che non si riuscivano ad interrompere perchè più ci si guardava negli occhi più si rideva a crepapelle e i compleanni festeggiati insieme, il giorno prima delle vacanze di Natale, dove anche per un piccolo pezzo di pandoro si litigava, ovviamente sarcasticamente, e le gite in cui all’andata e al ritorno, sul pullman , si parlava , scherzava e rideva .
Forse alcuni preferiscono la didattica a distanza ma le emozioni più belle si provano vivendole sulla propria pelle, in questo caso a scuola.
Per non parlare di quando arrivava il sabato dove si usciva insieme, si andava a mangiare una pizza, oppure si andava al Mc Donald’s per un panino squisito .
Se vogliamo rivivere questi sentimenti, è necessario ricordarsi che il virus, come dice il virologo, non cammina ma è l’uomo che lo porta, quindi bisogna restare a casa perchè un abbraccio in meno oggi sono dieci abbracci in più domani.